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Milan-Inter, i top e i flop della stracittadina milanese

Lontane dagli splendori di qualche anno fa, Milan e Inter tornano a casa con un punto a testa dopo un derby poco spettacolare. Il pareggio allontana le milanesi dal terzo posto e conferma il discutibile stato di forma di alcuni giocatori delle due squadre.
A cura di Alberto Pucci
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Grande spettacolo sugli spalti, poca qualità e qualche emozione in campo. Potremmo riassumere così il derby di Milano andato in archivio con il pareggio "griffato" Menez e Obi. Lo slogan coniato da Filippo Inzaghi alla vigilia della stracittadina ("Il derby non si gioca, si vince"), è rimasto così nell'aria rarefatta di San Siro, dando un senso d'incompiuto alla serata milanese degli 80mila tifosi che (finalmente) hanno riempito gli spalti del "Meazza". Il triplice fischio dell'arbitro Guida (che ha da farsi perdonare qualche decisione sbagliata), ha fatto scendere i titoli di coda sul primo incrocio tra il tecnico milanista e Roberto Mancini: alla fine entrambi rammaricati da una partita che poteva davvero terminare con un altro risultato. Il finale agrodolce ha confermato ciò che si sapeva da tempo: la strada per tornare alla "Milano da bere" calcistica, è ancora lontana. Dopo il pareggio di San Siro, per Inzaghi è giunto il momento di fare delle scelte definitive (modulo e giocatori) e sperare in qualche acquisto nel mercato di riparazione, per alzare il tasso tecnico della squadra. Mancini, appena arrivato, dovrà invece ricostruire sulle "macerie" di Mazzarri e dare un nuovo volto all'Inter vista fino ad ora.

Il meglio del derby – Spenti i riflettori sui due uomini copertina del derby, rimangono le istantanee delle poche giocate che hanno infiammato l'infreddolito pubblico di Milano. In casa rossonera, tra i migliori figurano certamente Bonaventura, Diego Lopez e Menez. L'ex atalantino si è dimostrato, ancora una volta, un jolly fondamentale nello scacchiere di Inzaghi. Partito largo a destra, Jack ha fatto il pendolare per tutta la partita spingendo e ripiegando sulle avanzate nerazzurre. Buono anche il primo derby di Diego Lopez: miracoloso su Icardi in avvio e sempre sicuro sulle palle alte. Menez, infine, è un po' l'emblema di questo Milan. A volte divertente, a volte lezioso, l'ex PSG ha avuto il merito di sbloccare la partita con un gran gol. Sulla sponda opposta il migliore è parso Kuzmanovic. Il serbo, rivitalizzato dal "Mancio", ha ben guardato le spalle a Kovacic dando vita ad una battaglia dura, in mezzo al campo, con Muntari ed Essien. Nell'Inter bene anche Guarin, autore di un buon primo tempo, e l'autore del gol pareggio Joel Obi. Il nigeriano, inaspettatamente in campo dal primo minuto, ha ripagato la fiducia di Mancini con la conclusione chirurgica che ha beffato Diego Lopez.

Assenti ingiustificati – Al di là delle poche emozioni che la sfida ha regalato, il giorno dopo del tifoso rossonerazzurro è tutto un lamento. I principali protagonisti del gioco dei "se" e dei "ma", sono quei giocatori che hanno fallito la stracittadina: sfida che, per alcuni di loro, era fondamentale. Nel Milan, i novanta minuti di San Siro hanno sancito l'inutilità di Fernando Torres. Lo spagnolo è stato il peggiore in campo e, in queste condizioni, difficilmente farà strada nel nostro campionato. Tra i peggiori anche Muntari (macchinoso, falloso e molto impreciso) e Stephan El Shaarawy che, nel finale, ha clamorosamente mancato l'occasione per riportare avanti il Diavolo. Come il "Niño", anche Mauro Icardi era atteso dai suoi tifosi. L'argentino si è mosso di più rispetto allo spagnolo, ma raramente si è reso pericoloso. Sulle sue spalle, pesa come un macigno l'errore iniziale che avrebbe portato in vantaggio l'Inter. Ha deluso anche Mateo Kovacic: quello che avrebbe dovuto essere l'uomo in più dell'Inter di Mancini. Nonostante un ruolo a lui più congeniale, il croato ha girato a vuoto senza lasciare tracce della sua classe. Meno bene del solito anche Dodò, probabilmente condizionato da un paio di entrate ruvide dei centrocampisti milanisti e dalla presenza temibile, sulla sua fascia, di un giocatore come El Shaarawy.

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