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Inter-Milan, Mihajlovic a Mancini: “Chi vince aiuta i migranti”

Il tecnico serbo in occasione del derby di Milano ha scritto una lettera all’amico-avversario, proponendogli un’iniziativa benefica in favore dei rifugiati che si stanno riversando in Europa.
A cura di Marco Beltrami
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Caro amico ti scrivo. Sinisa Mihajlovic ha deciso di prendere carta e penna e scrivere di suo pugno una missiva per l'amico Roberto Mancini, che domenica sera ritroverà da avversario nel derby di Milano. Il Milan del tecnico serbo proverà a fare lo sgambetto ai cugini dell'Inter che hanno iniziato la stagione nel migliore dei modi con due vittorie in altrettante partite. L'allenatore rossonero però vuole sfruttare l'occasione offerta da una delle partite più importanti e seguite della stagione, per un aspetto umanitario. Attraverso una lettera pubblicata su "La Gazzetta dello Sport" e indirizzata a Mancini, Mihajlovic ha voluto proporre un'iniziativa benefica: chi vince il derby della Madonnina, paga per cercare di alleviare l'emergenza migranti, aiutando i rifugiati che si stanno riversando in Europa nelle ultime settimane.

La lettera dell'ex centrocampista si apre con la presa di consapevolezza di essere una persona fortunata: "Sono sempre stato grato a chi nella mia vita mi ha dato la possibilità di esprimere le mie qualità umane e professionali. Mi sento un uomo fortunato, per quello che finora ho visto, provato, realizzato. Per i sogni che sono diventati realtà. E parte di queste grandi soddisfazioni le ho vissute a Milano dove ho concluso la mia carriera di giocatore e intrapreso quella di allenatore. Avere la possibilità di giocare il derby in questa città, prima come atleta e ora come tecnico, lo considero un grande privilegio, un orgoglio, una medaglia da appuntarmi sul petto. Lo stesso dirò ai miei giocatori prima della partita di domenica sera: facciamo questo mestiere per vivere nottate così, in uno stadio come San Siro, davanti a tifoserie appassionate come quelle di Milan e Inter. Un giorno guardando indietro, tra i momenti che riaffioreranno, ci saranno questi".

Anche alla luce di questa presa di coscienza, c'è a volontà da parte del tecnico interista di fare qualcosa di concreto per i più bisognosi. Ecco la proposta all'avversario-amico Mancini: "E allora ho pensato che sarebbe bello, per chi come me ha vissuto e vive questo privilegio, simbolicamente poter restituire qualcosa a questa città, almeno due volte all’anno, nei giorni dei derby, i giorni in cui il cuore di Milano batte a San Siro. E aiutare chi, in questa città, è molto meno fortunato di noi. So per esperienza che i due club fanno moltissimo per la solidarietà, in questi mesi ho saputo delle tante iniziative di Fondazione Milan. La mia è solo una iniziativa personale e una “sfida del cuore” che lancio a chi come me da Milano ha avuto tanto, il mio amico e quest’anno avversario due volte, Roberto Mancini. L’idea è questa: scegliamo prima di ogni stracittadina una associazione bisognosa o una categoria in difficoltà, da aiutare con una offerta e poi chi vince il derby… paga. Dopo una vittoria lo slancio di generosità sarà ancora più alto del solito. E se dovessimo pareggiare, non divideremo, ma raddoppieremo la somma. Ho sempre pensato che gli atti di solidarietà debbano essere privati e non pubblici, ma credo che questa iniziativa potrebbe avere un positivo effetto di emulazione, magari anche tra i nostri giocatori e tra i tifosi di Milan e Inter: avversari leali, ma mai nemici".

Un modo per aiutare i rifugiati facendo qualcosa di concreto. Mihajlovic ha vissuto in prima persona questa situazione ed è consapevole del dramma che sta vivendo la marea umana che si sta spostando in Europa. La palla dunque passa a Mancini che sicuramente apprezzerà e accetterà la proposta del mister serbo: "C’è un dramma che esiste da tanti anni e che negli ultimi giorni è diventato sempre più pressante: quello dei migranti. Uomini, donne, bambini, moltitudini di disperati che fuggono da guerre, da genocidi, dalla fame, dalla povertà. E’ un problema che mi sta particolarmente a cuore perché l’ho visto con i miei occhi e vissuto nel mio Paese, quando la guerra civile stravolse la ex Jugoslavia. Anche i miei genitori e tanti miei familiari sono stati migranti in fuga dalla guerra. Loro nella tragedia sono stati fortunati ad avere un figlio o un parente in grado di aiutarli, ospitarli, farli trasferire. Ho aiutato per quanto mi è stato possibile, tanta gente che non avevo mai visto prima, non ricordo più i loro nomi ma ricordo benissimo gli occhi di ognuno di loro e la sofferenza che c’era dipinta dentro. Occhi che dicevano più di mille parole. La quasi totalità di quanti fuggono e cercano asilo lo fa per disperazione e so quanto può essere difficile per intere famiglie sradicarsi, e per uomini e donne adulti provare a ricostruirsi una vita a 50 o 60 anni. Non voglio entrare in discorsi che riguardano le politiche europee, o analizzare le ragioni di Stati non in grado di accogliere tutti. Non voglio aprire dibattiti, io faccio solo l’allenatore di calcio. Ma a Milano so che ci sono associazioni che si occupano di aiutare chi oggi vive questo dramma e cerca accoglienza. Ne sceglieremo una. E’ l’occasione pubblica per dare una mano in più, al di là di quanto ognuno di noi fa già in privato. Chi vince il derby, paga. Mancio, ci stai?".

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