Granit e Taulant divisa dalla maglia, uniti dalla famiglia
"Non mi piacciono le macchine di lusso, né spendo una sacco di soldi per le vacanze. Nel mio Paese vedo persone che non hanno nemmeno i soldi per mangiare. E allora capisco che tanta fortuna non va sprecata". Granit e Taulant Xhaka, i ‘fratelli contro' di Svizzera e Albania raccontano la loro storia e quasi stenti a credere che di ‘mestiere' facciano i calciatori. Così lontani dallo stereotipo del giocatore ‘fighetto', tutto muscoli e con poco cervello, che ama i bolidi e gli abiti firmati, che ‘piace alla gente che piace'. In un'intervista alla Gazzetta ha ammesso: "E' importante gestire bene i soldi, altrimenti finita la carriera, a 35 anni, puoi trovarti sotto un ponte".
Papà Xhaka era un'indipendentista kosovaro, messo in cella per motivi politici e poi costretto a emigrare verso la Svizzera per lasciarsi tutto alle spalle, compreso una terra che non dimenticherà mai e radici profonde che nessun esodo potrà mai recidere. La madre, la signora che allo stadio s'è recata con una maglietta recante la doppia bandiera (albanese ed elvetica), è divenuta il simbolo dell'integrazione e dell'accoglienza possibile, dell'amore materno che non ha vessilli, del valore della famiglia che prescinde da ogni cosa.
La famiglia prima di tutto. Granit e Taulant vi sono molto legati al punto da destinare larga parte del loro ingaggio (all'Arsenal Granit percepirà uno stipendio di 5 milioni a stagione) ai genitori. Sono loro a gestire le finanze, a far sì che i figli non sperperino quel denaro che è un dono prezioso: solo il 20% dei soldi percepiti transita sul conto corrente personale. "Ci hanno educati trasmettendo valori importanti e per questo siamo loro molto grati. A loro dobbiamo tutto", abbastanza da comprare una casa in Svizzera (a Basilea) e l'altra in Kosovo (a Pristina) ai genitori.
Tutto vero, i fratelli Xhaka sono così: hanno la testa a posto e nulla sembra poterli portare sulla cattiva strada. "Chi ha più soldi in banca non vale più di altri. Il denaro è solo carta, oggi c'è domani non più. Il nostro vero lusso è avere la famiglia".