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Barcellona, Piquè attacca l’arbitro di Bilbao. Il blaugrana rischia ora una denuncia

Dopo la sconfitta in Coppa del Re contro l’Atheltic, il difensore di Luis Enrique ha attaccato gli arbitri spagnoli: “Vogliamo giocare a calcio, non alla roulette”. Nei prossimi giorni ci sarà la decisione del Comitato degli Arbitri: offeso dalle parole del giocatore”.
A cura di Alberto Pucci
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La sconfitta negli ottavi di Coppa del Re, nonostante sia rimediabile nella sfida di ritorno al "Camp Nou", ha lasciato l'amo in bocca a Messi e compagni. A rendere più pesante il viaggio di ritorno dei blaugrana verso casa, è stato il modo in cui è maturata la sconfitta. Al di là dei due cartellini rossi rifilati all'Athletic, l'arbitro Feranandez Borbalan non ha convinto: soprattutto nell'occasione del rigore negato a Neymar, apparso evidente a molti. Nel dopo gara Gerard Piquè non ha usato giri di parole: "Il fallo era chiaro, e c’era anche quello su di me per fallo di Iraizoz – ha tuonato il difensore – Però sappiamo come vanno le cose. Abbiamo visto la partita fra Real Madrid e Siviglia. Dal primo all’ultimo minuto vogliamo giocare a calcio, non alla roulette, cosa che purtroppo accade con questi arbitraggi".

Piquè è il precedente del 2015

"Sono convinto che quando l’arbitro vedrà i replay in tv capirà che non è stata la sua serata migliore", ha aggiunto il giocatore di Luis Enrique. Parole forti, che ora rischiano di avere un seguito perchè come ha fatto sapere "Cadena Cope" il Comitato degli Arbitri è rimasto colpito dalle dichiarazioni e ha deciso di aprire un'indagine sul campione catalano. Nei prossimi giorni, infatti, verrà presa una decisione e Piquè rischia addirittura una denuncia e una forte multa. Il 29enne giocatore blaugrana, tra l'altro, non è nuovo a questo tipo di battaglie con la classe arbitrale. Nel 2015, durante un altro match con l'Athletic, aggredì verbalmente il guardalinee pronunciando la frase: "Me cago en tu puta madre". Alcuni giorni dopo prese quattro giornate di squalifica e tremila euro di multa. In quell'occasione gli andò anche bene, perchè fu alto il rischio di una squalifica ben più pesante: addirittura dodici turni di stop.

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