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Zaza e Chiesa le certezze per ripartire, Romagnoli è già un leader. Cristante da rivedere

Un gol nel finale consente all’Olanda di riuscire a raggiungere sul pari l’Italia. L’1-1 di Torino lascia l’amaro in bocca agli azzurri che con Zaza avevano trovato il vantaggio. Ottimo l’impatto di Chiesa e dello stesso bomber del Valencia sulla gara. Romagnoli guida la difesa. Da rivedere invece la partita di Cristante.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Non c’è due senza tre. Dopo Arabia Saudita e Francia, l’Italia chiude il suo mini tour prima dei Mondiali in Russia (che noi non giocheremo) contro l’Olanda. A Torino, all’Allianz Stadium, la casa della Juventus, la sfida tra gli azzurri e gli Orange è finita con il punteggio di 1-1 in virtù dei gol di Zaza e Ake. Un’Italia che si è presentata con tante novità nel giorno del 120° anniversario della FIGC. Perin tra i pali titolare nello stadio che potrà essere il suo il prossimo anno, con un altro bianconero certo come Rugani al centro della difesa al fianco di Romagnoli. Novità in attacco dove un altro che a Torino conoscono molto bene, ma dalla sponda granata, Andrea Belotti, è stato schierato al centro dell’attacco al fianco di Verdi e del capitano Lorenzo Insigne.

Dall’altra parte tanti ‘italiani’ tra le fila dell’Olanda nel 5-3-2 di Koeman. Hateboer e De Roon dell’Atalanta, titolari, con De Vrij inizialmente in panchina, hanno tenuto alta la bandiera della Serie A in questa sfida tra le due grandi escluse di Russia 2018. Tra fila degli azzurri sicuramente da incorniciare la prova di Chiesa, uno dei migliori in campo al pari di Romagnoli. Male invece Depay dell’Olanda che insieme a Cristante è stato uno dei peggiori della gara. Vediamo allora nell’ordine i top e i flop di questo Italia-Olanda.

I migliori in campo all’Allianz Stadium

Chiesa inventa e Zaza insacca!

E’ bastato un lampo, un’illuminazione, una magia. Già, perchè proprio dai piedi di uno dei calciatori più positivi usciti dallo stadio di Nizza in quel Francia-Italia che ha evidenziato la netta differenza di valori tra noi e i transalpini, ecco che proprio Chiesa è stato l’uomo in più emerso nella ripresa. Mancini l’ha lanciato in campo nel cuore della gara sfruttando la sua velocità che si è rivelata decisiva per il vantaggio di Zaza. Suo infatti è stato l’assist al centro dell’esterno d’attacco della Fiorentina che ha trovato pronto l’ex Juventus al centro dell’area di rigore.

Per lui poi anche tanta corsa per rientrare in difesa e dare una mano alla retroguardia azzurra dopo l’espulsione di Criscito. A beneficiare di Chiesa, dicevamo, proprio Zaza che ha segnato nella stessa porta che l’ha visto gioire qualche anno fa con la maglia della Juventus dove realizzò un gol scudetto fondamentale contro il Napoli. Il suo gol ‘di rapina’ è stata la prova di quanto di buono questo giocatore ha fatto vedere in Liga con il Valencia. Ci è davvero mancato tanto contro la Svezia e sarebbe stato importante soprattutto nelle corse in orizzontale in pressing sui difensori.

Che bella la crescita di Romagnoli

Quando fu acquistato per circa 25 milioni dal Milan, tutti pensavano che i rossoneri avessero speso finalmente soldi in maniera intelligente. Non è stato così per la prima stagione di Alessio Romagnoli che è poi definitivamente esploso in questa stagione al Milan al fianco di Bonucci. La sua è stata una crescita lenta che ad oggi però garantisce all’Italia di Mancini un difensore centrale sicuro, intelligente e molto bravo a saper gestire la palla senza la frenesia di gettarla (caratteristica tipica proprio di Leo).

E allora anche questa sera, nonostante al fianco avesse uno come Rugani che forse dal punto di vista della personalità deve ancora crescere un pelino, Romagnoli ha dimostrato grande destrezza nel saper gestire al meglio il pacchetto difensivo facendo salire la squadra quando opportuno e riuscendo a chiudere spesso la linea di passaggio tra De Roon e le due punte Depay e Babel. Giocatore ritrovato, riscoperto e assoluta prima certezza per il ‘Mancio’ per la rinascita Italia.

Bene Insigne e Belotti, ma che giocatore Berghius!

Aveva il compito di dover proseguire l’ottimo rendimento dell’altra punta della Nazionale italiana come Mario Balotelli. E infatti Andrea Belotti, schierato dal primo minuto nel tridente d’attacco di Mancini, non ha giocato una partita eccellente, ma ha sicuramente fatto un passo in avanti importante rispetto alle ultime uscite in maglia azzurra e con il Torino. Buono infatti il suo movimento in fase offensivo dove ha fatto a sportellate con Van Dijk, vincendo spesso contrasti importanti con il centrale difensivo del Liverpool.

I primi 11 dell'Italia (SofaScore)
I primi 11 dell'Italia (SofaScore)

Segnali positivi dal ‘Gallo’ li abbiamo avuti soprattutto per quanto riguarda la posizione dove spesso si è fatto trovare pronto sulle imbeccate vincenti di Insigne. Da segnalare però anche la buona prova tra le fila dell'Olanda di Berghius capace di entrare nella ripresa e costringere l'Italia ad arretrare il suo raggio d'azione e sfruttare il suo ottimo sinistro che è stato abile nel finale a servire Ake che di testa ha poi insaccato il gol del definitivo 1-1 e che ha lasciato l'amaro in bocca ad un Mancini che voleva vincerla.

I flop di questo Italia-Olanda

Ma era davvero Wijnaldum quello?

Diciamolo pure senza problemi, soprattutto perchè abbiamo tutti imparato a conoscerlo, gli allenamenti di Jurgen Klopp sono durissimi e probabilmente, in questa stagione giocata al mille dal Liverpool, Wijnaldum ha cominciato a sentirne la fatica. Contro l’Italia infatti, il centrocampista olandese non è mai riuscito ad essere così pericoloso come si pensava, perdendosi tra le linee degli Orange e sparendo sempre di più dalla partita.

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Il palleggio di Jorginho e la complicità di Bonaventura, sempre bravo ad inserirsi in fase offensiva, ha probabilmente condizionato la prestazione del centrocampista dei ‘Reds’, rimasto sempre fermo in orizzontale e osservando la buona circolazione palla degli azzurri specie nella prima frazione. Una partita negativa, in ombra e senza alcuna volontà di poterla ribaltare e riaccendere da parte del talento olandese che sembra avere davvero bisogno di riposarsi dopo una stagione tremenda dal punto di vista fisico.

Cristante rimandato. L’emozione l’ha tradito

Non è stato sicuramente un calo fisico quello che avrà evidentemente colpito Bryan Cristante. Il centrocampista dell’Atalanta, che pare ormai vicinissimo alla Roma, non sembra aver convinto del tutto contro l’Olanda. Nel 4-3-3 di partenza di Mancini, schierato come mezz’ala, l’ex baby milanista, ha patito l’impatto di una gara che è subito stata in salita per lui. Spaesato e spesso troppo frenetico nel liberarsi della palla, il centrocampista bergamasco non è mai stato così rapido nel gestire palla ma sicuramente non è mai stato uno di quei giocatori incapaci di realizzare anche un passaggio di due metri.

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E invece, specie nella prima frazione, la posizione di Cristante, troppo spesso defilato dalla costruzione delle azioni d’attacco, ha limitato gli attacchi da destra dell’Italia, pericolosa soprattutto con Zappacosta e Verdi. Questa non è assolutamente una bocciatura per il giovane Bryan, ma per essere uno dei giovani di maggiore prospettiva individuato per la rinascita dell’Italia, bisogna fare qualcosina di più.

Spento e poco reattivo Depay

Dopo una stagione terminata con 19 gol con la maglia del Lione, ci si aspettava sicuramente qualcosina in più anche da Memphis Depay. Il talento olandese infatti è stato un oggetto misterioso della partita di Torino forse più per merito di Rugani e Romagnoli che dello stesso Memphis che comunque c’ha messo del suo per mettere in difficoltà la difesa azzurra. Con Babel, specie nella prima frazione, abbiamo visto fare dai due cose interessanti, con scatti assolutamente improvvisi che più volte hanno impensierito la difesa dell’Italia.

Lo schieramento iniziale dell'Olanda (SofaScore)
Lo schieramento iniziale dell'Olanda (SofaScore)

Infatti proprio un’imbucata di Babel nella seconda frazione ha portato al rosso diretto per Criscito che non è riuscito a fermare l’ex talento del Liverpool subito dopo il vantaggio di Simone Zaza. Per il resto però. La partita di Depay è stato un continuo attendere palloni in verticale che però non hanno mai trovato fortuna. Qualche sprazzo di talento l’abbiamo potuto vedere sui calci di fermo, ma niente di così esaltante.

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