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Wembley, tanta noia e poche emozioni: l’Italia si salva grazie al Var

Dopo la sconfitta con l’Argentina, gli Azzurri partono bene ma poi si sgonfiano di fronte ad un’Inghilterra tutt’altro che irresistibile. Alla rete di Vardy nel primo tempo, ha risposto Insigne grazie ad un rigore concesso dal Var.
A cura di Alberto Pucci
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"Ci vuole pazienza. A questa squadra serve tempo per acquisire esperienza e per tornare a vincere". Le parole pronunciate da Leonardo Bonucci, alla vigilia della sfida di Wembley, sono state una previsione fin troppo scontata. Anche nella seconda uscita amichevole della "nuova" Italia, i difetti hanno infatti preso il sopravvento sui pregi. Al di là della personalità vista fino al vantaggio britannico, la Nazionale di Gigi Di Biagio è ancora molto lontana da ciò che vorrebbero vedere tutti i tifosi.

I problemi sono emersi in tutti e tre i reparti: in difesa, a centrocampo e nel reparto offensivo. Davanti a Donnarumma (incolpevole sul gol), l'unico sopra la sufficienza è stato Zappacosta, mentre in attacco il tridente Candreva, Immobile, Insigne ha combinato ben poco. Il peggio si è visto invece nel mezzo del campo, dove i nostri hanno perso troppi palloni, accompagnato poco e lentamente l'azione offensiva e protetto con scarsa efficacia la retroguardia. Il pareggio è arrivato grazie ad un rigore concesso dal Var, dopo che nel secondo tempo gli Azzurri avevano tirato in porta soltanto in due occasioni.

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Vardy ritrova il gol

Imprecisa, ingenua e inesperta. Il primo tempo di Wembley ha messo in evidenza ancora una volta i difetti di una Nazionale che sta cercando di ritrovarsi. Di fronte all'Inghilterra orfana di Harry Kane, gli Azzurri hanno cominciato con l'atteggiamento giusto. Di Biagio ha chiesto e ottenuto una squadra dal baricentro alto e sempre in pressing sul portatore di palla: strategia che ha regalato a Immobile due ottime occasioni per sbloccare il risultato. Agli errori del laziale (macroscopico quello di testa al 15esimo), sono però seguiti anche troppi palloni persi dai nostri centrocampisti che hanno generato alcune ripartenze insidiose degli inglesi.

Il gol di Jamie Vardy al 26esimo, fotografa molto bene lo stato attuale della nostra Nazionale e certifica l'utilizzo dei tre aggettivi iniziali. La palla persa da Parolo, il conseguente fallo ai 30 metri e la punizione battuta di sorpresa, sono stati il prologo alla rete del giocatore del Leicester. Da quel momento si è fatta preferire la nazionale dei tre leoni: minacciosa in un paio di circostanze, nell'area di rigore di Gigio Donnarumma.

Insigne non sbaglia dagli undici metri

Ad inizio ripresa ha risuonato sempre la stessa musica: l'Inghilterra ha gestito il gioco con geometrie ordinate, l'Italia chiuso gli spazi e faticato a salire e a servire le punte. Nonostante la partita decisamente normale degli avversari, Bonucci e compagni si sono adeguati al ritmo della gara senza mai impensierire Butland: spettatore non pagante per buona parte del secondo tempo. L'ingresso di Chiesa, Belotti e Gagliardini (al posto di Candreva, Immobile e Pellegrini) non ha spostato granché gli equilibri. Le uniche due occasioni sono nate dai piedi di Insigne: una punizione alta e un sinistro del napoletano terminato fuori di un nulla.

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A pochi minuti dalla fine, sull'unico inserimento in verticale di Chiesa, è però arrivato il rigore che ha salvato la serata a Di Biagio: un penalty decretato dal Var che ha chiuso la contesa dopo il gol del giocatore del Napoli. Il pareggio regala un po' di serenità all'ambiente azzurro, ma non cancella i tanti dubbi emersi anche a Wembley. Il più grande riguarda soprattutto il tecnico: apparso nervoso a fine gara, durante la consueta intervista finale. Il mister azzurro, che potrebbe lasciare la panchina tra qualche settimana, non sembra essersi giocato al meglio le sue chance. La parola finale spetta ora alla Federazione. Qualcuno meglio di Di Biagio, probabilmente c'è. Il problema è capire se vorrà trasferire armi e bagagli a Coverciano.

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