Walter Sabatini: “Sono morto due volte, ho fatto un patto con Dio perché mi spedisse quaggiù”
Quella al fianco di Sinisa Mihajlovic nel giorno del suo annuncio della battaglia contro la leucemia, è stata una delle conferenze stampa più difficili della carriera per Walter Sabatini. D'altronde l'uomo mercato del Bologna, sa bene cosa significa lottare per la vita, alla luce dei suoi problemi di salute fortunatamente superati. Il coordinatore della aree tecniche del club emiliano ne ha parlato nel corso della sua ultima intervista a "La Gazzetta dello Sport", rivelando curiosi retroscena.
Walter Sabatini e i gravi problemi di salute per cui ha rischiato la vita
Walter Sabatini ha dovuto affrontare negli ultimi anni due momenti a dir poco difficili, in cui ha rischiato seriamente di perdere la vita. 4 anni fa gli furono diagnosticati dei noduli ai polmoni e uno alla spalla, mentre in avvio della scorsa stagione il dirigente classe 1995 ha dovuto farei conti con una gravissima crisi respiratoria che lo ha costretto al ricovero immediato. Sabatini è finito addirittura in coma per più di un mese prima di riprendersi con successo e tornare al lavoro, al Bologna per una nuova avventura professionale.
Sabatini al fianco di Mihajlovic nella battaglia contro la leucemia
E al Bologna Sabatini ha trovato da allenatore Sinisa Mihajlovic che vuole aiutare ora nella sua battaglia con la leucemia. Il dirigente non ha dubbi sulla forza d'animo del mister serbo che con il suo piglio vincerà anche questa "partita": "Avrei voluto con Sinisa sfidare il mondo da subito, in maniera irriverente. Ora serve tempo, dobbiamo frenare solo un po’. Lui ce la farà. Resilienza è la parola-chiave. Ho avuto a che fare spesso anch’io con la resilienza".
Sabatini e i 40 giorni di coma, il dirigente ha rivelato di essere morto due volte
Sabatini ha svelato di essere addirittura "morto due volte" nel corso dei 40 giorni in cui è stato in coma. Questo il racconto dell'uomo mercato del Bologna ai microfoni della "rosea": "E mai ho fatto patti col Diavolo. Solo con me stesso, e forse perché io stesso sono il Diavolo. Sono stato a contatto con l’aldilà: come dicevano i medici sono stato morto due volte in quei 40 giorni di coma. Mi facevo sentire. Negoziavo anche con Dio. Con educazione ma anche con furore. Mi sentivo pronto per il Paradiso. Non mi ha dato le chiavi".