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Vola da Tokyo per Boca-River, la partita viene rimandata ma lui è costretto a tornare

Isamu Kato, un tifoso giapponese del Boca Juniors, ha viaggiato dal Giappone per poter vedere la prima finale di Copa Libertadores 2018 contro il River Plate ma la sfida viene rimandata per pioggia e per cause lavorative è costretto a rientrare avendo esaudito solo uno dei suoi desideri: entrare nella Bombonera, cuore pulsante del tifo xeneizes.
A cura di Vito Lamorte
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Isamu Kato, cittadino giapppoense, è un tifoso del Boca Juniors molto appassionato e ha viaggiato 33 ore da Tokyo a Buenos Aires con il solo scopo di guardare la finale di andata di Coppa Libertaodres con il River Plate e tornare casa. Questo insospettabile fan ha fatto un resoconto della sua avventura attraverso i social network e in un altro dei suoi messaggi ha reso noto: "L'aereo era in ritardo, ma sono arrivato sano e salvo per vedere la finale a Buenos Aires, con 11 ore fino all'inizio della gara e altre 19 ore per tornare a casa". Secondo il quotidiano argentino Olé, Kato vive nella città di Saitama, lavora in un'azienda che confeziona prodotti medici e segue il club argentino da quando ha vinto la Coppa Intercontinentale contro il Real Madrid nel 2000 per 2-1 grazie alla doppietta di Martin Palermo.

Una storia davvero interessante perché va oltre i confini ordinati entro i quali viene riconosciuta una certa affezione per le squadre di calcio. Questo ragazzo, in un'intervista a Tyc Sport, ha raccontato che purtroppo non potrà vedere la gara, rimandata a domani per la pioggia torrenziale che si è abbattuta su Buenos Aires dalle prime ore del giorno, e tornerà a casa solo con il ricordo di essere entrato nella Bombonera. Nel fare il conto delle ore di viaggio che ha fatto per poter assistere a quella che viene definita "la partita del secolo", Kato ha fatto una media di circa 60 ore di volo e non è affatto pentito di questa sua esperienza ma purtroppo, come spesso accade nelle belle storie, è costretto a tornare a casa senza vedere la partita perché ha chiesto solo un giorno di permesso al suo datore di lavoro.

Durante i Mondiali del 2014 documentammo un'altra incredibile storia che aveva come comune denominatore l'Argentina: un ragazzo ha seguito in tutti gli spostamenti della Seleccìon in Brasile a bordo della sua Vespa del 1957. Questi racconti fanno capire il sentimento che c'è intorno al calcio, e a tutto lo sport, e come i tifosi vengono definiti solo come invasati o fanatici ma bisogna fare delle distinzioni e capire che, molto spesso, la maggior parte si muove con buoni propositi e una piccola parte paga per tutti.

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