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“Vicini era come un padre”, il ricordo commosso di Totò Schillaci

L’ex attaccante di Juventus, Inter e Messina a parlato del commissario tecnico scomparso a Brescia all’età di 84 anni. Schillaci racconta il loro rapporto e come la sua decisione di schierarlo da titolare al Mondiale del 1990 gli ha cambiato la vita.
A cura di Vito Lamorte
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La scomparsa di Azeglio Vicini è un durissimo colpo per tutto il club Italia e uno degli uomini che era più legato all'ex commissario tecnico è, sicuramente, Totò Schillaci. Le notti magiche di Italia '90, la volontà di fare bene e il coraggio di schierare l'attaccante palermitano della Juventus dopo un solo anno di A nella più grande competizione calcistica hanno creato un legame indissolubile tra Totò e l'allenatore di Cesena. All'agenzia Italpress l'ex attaccante di Juventus, Inter e Messina ha dichiarato:

Mi sono svegliato con questa brutta notizia e sono molto triste. È stato un uomo che ha avuto un'importanza enorme nella mia vita calcistica, mi ha fatto conoscere in tutto il mondo, ha creduto in me e se sono quello che sono l'80% del merito è di mister Vicini, spero che il mondo del calcio lo ricordi come merita. Era un allenatore di altri tempi, un grande professionista, per me aveva anche consigli da padre.

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Schillaci: Devo tutto a lui, si è fidato di me

La punta siciliana ha mostrato molta commozione per la perdita di un allenatore che gli ha cambiato la vita, facendolo diventare il simbolo di una spedizione Mondiale:

Devo tutto a lui, io ho i miei meriti, ma se sono conosciuto in tutto il mondo è grazie a lui che mi ha voluto al Mondiale di Italia '90. Il mister ha creduto in me, non era facile in un mondo come quello del calcio dove se sbagli ti esponi alle critiche. Lui si è fidato di un ragazzo che appena l'anno prima giocava nel Messina, mi ha inserito in un gruppo collaudato pieno di campioni, mi ha gettato nella mischia al 75° della prima partita di quel Mondiale, ha avuto coraggio, ma anche il merito di capire che ero in una condizione strepitosa in quel momento.

Schillaci: Il calcio italiano perde una grande persona

Da quando Schillaci siglò il goal-vittoria all'esordio contro l'Austria risultò sempre determinante, viste le sei gol che gli valsero il titolo di capocannoniere, ma l'ex calciatore si è soffermato sull'uomo Vicini e su ciò che il calcio italiano perde con la sua scomparsa:

Quando mi chiamò in Nazionale mi disse che mi aveva dato una grande opportunità e che dovevo giocarmela al meglio, era sempre pronto a darmi consigli, un po' come un padre. Aveva costruito un gruppo eccezionale che fece grandi risultati, purtroppo non vincemmo il Mondiale ma l'Italia di Vicini era una splendida Nazionale. Ho avuto tanti allenatori importanti nella mia carriera, ma Vicini ha avuto un peso enorme nella mia vita, se non mi avesse chiamato ai Mondiali del '90 non sarei quello che sono, non sarei conosciuto in tutto il mondo. Ci tengo a fare le condoglianze alla famiglia, oggi l'Italia e il calcio italiano perde una grande persona, un grande professionista, un allenatore di altri tempi.

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