Verona, Albertazzi batte il “mobbing”: l’Hellas costretto a reintegrare il difensore

In attesa di poter finalmente tornare a correre in campo, Michelangelo Albertazzi ha giocato e vinto la sua partita personale. Dopo essere rimasto a guardare per diverse settimane, a causa della decisione del Verona di metterlo fuori rosa, il 26enne difensore bolognese ha infatti convinto il Collegio arbitrale: chiamato in causa dai legali dell'ex giocatore del Milan, per una presunta accusa di mobbing mossa verso il club veronese. I giudici hanno infatti dato ragione ad Albertazzi e costretto l'Hellas a reintegrare il ragazzo nella rosa di Fabio Pecchia e a pagare una sanzione di quasi 60mila euro a titolo di risarcimento. Secondo il Collegio arbitrale, la società veneta sarebbe stata colpevole di ripetute violazioni dei diritti fondamentali e di gravi inadempimenti contrattuali con l'esclusione del giocatore dai test atletici e da tutta la preparazione precampionato.
I precedenti casi di mobbing della Lazio
La controversia tra il giocatore e ed il club di Maurizio Setti, ha riportato alla memoria collettiva altri casi analoghi capitati in passato in Serie A e nelle serie minori. Tra questi anche lo scontro legale tra Claudio Lotito e l'allora attaccante della Lazio, Goran Pandev. Anche nel dicembre del 2009, fu l'avvocato Mattia Grassani a portare e vincere il caso davanti al Collegio arbitrale che condannò la Lazio a pagare come risarcimento danni 160mila euro più le spese legali. Il club biancoceleste, tra l'altro, fu suo malgrado protagonista anche di episodi simili. Nel 2004 anche Dino Baggio e Paolo Negro accusarono la società di "mobbing". Cosa che fece anche anni più tardi Cristian Ledesma, che venne reintegrato in rosa da Lotito dopo la decisione del Collegio arbitrale.