Vende (Hamsik) e non si rinforza: ma dove pensava di andare il Napoli?
Quanto mancano Albiol e Hamsik. Con Fabian Ruiz nella doppia sfida meglio da esterno che da play, con Allan che offre quantità ma non abbastanza qualità, al Napoli manca il cambio di passo negli spazi di mezzo per cambiare verso alla partita contro l'Arsenal. Il gol incassato su punizione, con la barriera messa decisamente male, trasforma il secondo tempo in un lunghissimo garbage time in cui gli azzurri dimostrano di non avere energie, forze, velocità di esecuzione per pensare anche solo di evitare la sconfitta al San Paolo. L'assenza di Albiol condiziona anche Koulibaly, per quanto Chiriches non sfiguri. La configurazione a tre in fase di possesso non basta a portare i Gunners fuori posizione. La copertura del campo con e senza palla è più efficace, il Napoli è costretto a una circolazione più involuta e orizzontale, che troppo raramente riesce a portare un uomo libero alle spalle del centrocampo avversario. Anche prima della rete che cambia in maniera decisiva lo scenario della sfida.
Arsenal sicuro in avvio
L'Arsenal si copre ma non si chiude troppo. il Napoli ha bisogno di alzare il ritmo e si affida da subito ai movimenti di Insigne, seconda punta con facoltà di svariare fuori linea alle spalle del centrocampo avversario. L'Arsenal tiene comunque Ramsey alto e spinge dal lato di Kolasinac, che rimane particolarmente propositivo nell'uno contro uno con Callejon. La sua posizione sbilancia un po' la difesa del Napoli che si stringe e lascia qualche spazio scoperto nei ribaltamenti.
L'Arsenal è più sicuro nei primi minuti nel superare la prima linea di pressing del Napoli, sfruttando con certa frequenza il mismatch dal lato sinistro dell'attacco con Maksimovic che paga la sua indole di centrale: l'istinto lo porta ad andare troppo presto in appoggio di Chiriches, ma questo lascia Kolasinac libero di puntarlo e di rientrare nel corridoio.
Ruiz e Zielinski cercano spazio sulle fasce
In mezzo, l'Arsenal chiude bene su Fabian Ruiz, Allan si ritrova così libero di ricevere dalla difesa ma senza la necessaria brillantezza per ribaltare rapidamente il gioco con un tocco o due. I Gunners possono così coprire le linee di passaggio, contro un Napoli non sufficientemente rapido nella circolazione del pallone al di là del centrocampo. Il 4-4-2 mascherato degli azzurri, con Zielinski che spesso si scambia posizione con Fabian Ruiz, sempre molto aperto sul centro-sinistra, si dispone con un'atteggiamento tattico ambizioso, che comporta spesso l'uno contro uno esteso quasi a tutto campo.
Il Napoli fatica ad organizzarsi in mezzo
Il contropiede rifinito da Koulibaly al 17′, un quattro contro due che si chiude con il tiro di prima di Milik chiuso in angolo da Czech, dimostra una delle vie per le quali il Napoli può pensare di creare vantaggio competitivo attraverso la superiorità numerica nello spazio di mezzo tra il terzo di difesa dell'Arsenal, costretto fuori posizione, e il quinto di centrocampo dal suo lato.
Il Napoli attacca lasciando praticamente tre uomini dietro, con Zielinski staccato indietro tra i due centrali di difesa e Maksimovic in appoggio dal lato di Insigne per sviluppare un triangolo con Callejon e bloccare Kolasinac. Ma è il cattivo posizionamento sulla barriera sulla punizione dello 0-1 di Lacazette a complicare la serata del Napoli.
Il Napoli fatica a riorganizzarsi con un baricentro più alto, in una configurazione tattica che deve adattarsi a un contesto diverso, con un avversario ancor meno tesi ad accelerare i ritmi. L'Arsenal si difende chiudendo le linee di passaggio sui ribaltamenti dell'azione
I numeri del primo tempo
Il Napoli, rivelano i dati Opta, crea 8 occasioni a due in un primo tempo in cui completa 225 passaggi contro i 103 dei Gunners, di cui 66 a 47 nella trequarti offensiva e 11 a 10 nell'area di rigore avversaria. I primi cinque giocatori per appoggi completati all'intervallo giocano tutti in maglia azzurra: in due, Ruiz e Koulibaly, ne completano più di trenta. I 23 scambi complessivi, nelle due direzioni, tra Zielinski e Ruiz, leader per passaggi negli ultimi trenta metri (17), dimostrano come la quantità non si combini con la qualità della produzione offensiva. Così pesano i 13 disimpegni difensivi dei Gunners a 11, i 3 anticipi di Xhaka e i due di Torreira e Maitland-Niles finiscono per determinare un disequilibrio nella copertura del campo.
Ripresa: un lungo desiderio frustrato
Il secondo tempo si apre con un Napoli chiaramente un po' abbattuto nell'elaborazione delle trame offensive. cerca Insigne, che riesce a portare fuori posizione Sokratis, ma non c'è abbastanza profondita nella costruzione della manovra. Il Napoli manca almeno una chance sfruttando gli inserimenti da dietro, ma si scopre in difesa e solo un grande Meret evita il 2-0 dopo una palla persa da Allan. Koulibaly si stacca troppo tardi nella transizione per chiudere la linea di passaggio a Mkhitaryan che serve Aubameyang, notevole l'uscita del portiere nell'uno contro uno.
Quel po' di carica in attacco il Napoli la mantiene sull'out di sinistra con la motivazione di Younes che sfida Sokratis nell'uno contro uno. L'ingresso di Elneny per Xhaka non cambia non spostano l'assetto tattico dell'Arsenal. il Napoli prova a sfruttare l'ampiezza, a spostare il fronte d'attacco velocemente da sinistra a destra ma ormai manca la velocità di esecuzione per innescare Callejon alle spalle di Kolasinac.
Il bilancio del match
I 555 passaggi a 186 del Napoli danno la misura del livello di contenimento che ha messo in campo l'Arsenal in un confronto di stilemi tattici e di necessità, dettate anche dal punteggio dell'andata, tradotte però in soli 20 appoggi a 17 per gli azzurri nell'area di rigore avversaria. I 79 passaggi di Zielinski, i 73 di Allan, e i 31 di Ruiz sui 66 totali nella trequarti offensiva sono soprattutto lo specchio di un secondo in cui il Napoli fa tanto girare il pallone cercando di spostare il gioco sul fronte sinistro, come dimostrano le 16 verticalizzazioni di Ghoulam verso Insigne e i 15 appoggi del terzino verso Zielinski, ma al di là delle 18 occasioni a 4 certificate da Opta non dà mai l'impressione, nemmeno prima di subire il gol, di avere davvero in mano il destino della partita. Il Napoli, e l'Italia con la squadra di Ancelotti, saluta l'Europa. Con molti ricordi e più di qualche rimpianto.