Vampeta: “Io, Ronaldo e il vino del Papa: a te i trans a me le donne”
Vampeta torna a far parlare di sè. La meteora dell'Inter 2000-2001, oggi stimato presidente in Brasile, in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ritorna sui suoi trascorsi a Milano dove lo accolse una squadra e un ambiente diffidente. Il suo passaggio in nerazzurro durò l'arco di 8 mesi, poi ripartì alla volta della Francia, al Psg, prima di tornare in Brasile (con cui vinse da riserva il Mondiale 2002) e chiudere la carriera da calciatore. Più famoso per le sue avventure fuori dal campo, per i gossip scandalistici e la fama da "gay non dichiarato" successiva a dei suoi scatti senza veli per riviste omosessuali. "ma non sono mai stato gay, anche se rispetto gli omosessuali come tutte le altre persone".

Ovviamente, più che di campo con Vampeta tiene banco cosa si faceva fuori dal campo in quell'Inter tristemente famosa per un 6-1 in un derby con il Milan. Dove in panchina sedeva Marco Tardelli, subentrato all'esonerato Marcello Lippi. E proprio con l'ex campione del mondo, il brasiliano Vampeta entrò subito in conflitto determinando (in negativo) la sua avventura in nerazzurro: "Dopo il primo allenamento mi disse che non aveva idea di chi io fossi. Gli risposi che nemmeno io sapevo chi fosse lui. Non giocai più. Dopotutto nomi aveva scelto lui, ma Lippi che dopo il primo ko non fu più in panchina".
In quell'Inter però, tra i pochissimi italiani ("mi ricordo solamente Di Biagio, Pirlo, Vieri") e moltissimi stranieri, c'era anche Ronaldo, il Fenomeno. Suo connazionale e compagno di squadra non solo all'Inter, ma anche in Nazionale e al Psv: "Con lui ci conoscevamo da tempo, giocavamo insieme al Psv nel 94-95. Ma in quel gruppo legai solamente con Robie Keane: non parlavo né italiano né inglese ma ci capivamo a gesti".
Le indiscrezioni più gustose, ovviamente, sono legate alle serate fuori dai soliti canoni: "Una sera mi presentai da Ronaldo già ubriaco, andai in cantina e gli bevvi una bottiglia di vino che gli aveva regalato Papa Giovanni II. Voleva che gliela pagassi ma sapeva d'aceto. Un'altra volta lo raggiunsi in un locale. Ero già ubriaco e gli dissi: dimmi chi sono le donne e chi i trans che io mi siedo vicino alle donne…"