Usain Bolt e il sogno spezzato: “Calcio addio, è stato bello finché è durato”
A trentadue anni, Usain Bolt è triste come un bambino di dieci al quale hanno tolto il pallone. L'ex velocista giamaicano ha infatti dato ufficialmente addio al calcio, dopo aver fatto di tutto per diventare un calciatore professionista. La più grande ambizione di Bolt, quel sogno inseguito per molti mesi, si è infatti rivelata un traguardo irraggiungibile: proprio come quello che speravano di tagliare per primi i suoi ex avversari.
Grinta e ovviamente velocità non sono dunque bastate all'indimenticato sprinter per sfondare nel magico mondo del pallone: "È stata una bella esperienza – ha dichiarato in un'intervista concessa all'agenzia Reuters – Mi sono davvero divertito a fare parte di una squadra, così differente dall’atletica. Non voglio dire di non averci creduto, ma credo che non l’abbiamo fatto nel modo in cui avremmo dovuto. Impari la lezione, vivi e impari".
Bolt l'imprenditore
Dal provino con il Borussia Dortmund fino alla doppietta con i Central Coast Mariners, passando per le esperienze con i sudafricani del Mamelodi Sundowns e con i norvegesi dello Stomsgodset, Usain Bolt non può certo rimproverarsi di aver fatto poco per coronare il suo sogno dopo la sua strepitosa carriera sulle piste d'atletica: "La vita sportiva è finita, mi sto indirizzando su altre attività professionali – ha concluso il giamaicano – Sto facendo tante cose diverse e ho un sacco di cose in cantiere. Da oggi cercherò di essere un uomo d’affari".
L'otto volte campione olimpico ha poi parlato del futuro di quello che è stato il suo sport principale e dei suoi possibili eredi: "Sono contento della carriera che ho fatto, e spero che gli atleti di oggi possano allenarsi con le giuste motivazioni – ha concluso Bolt – Talenti non me mancano, ne abbiamo molti e me ne sono accorto nel corso degli anni. Il problema è che spesso non lavorano con le sufficienti motivazioni per raggiungere determinati traguardi".