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Urlo Inter: Vecino regala la Champions League a Spalletti

L’Inter fa sua la Champions League sbancando l’Olimpico, andando in svantaggio per due volte e riuscendo a ribaltare il match nel finale. Decisivo il colpo di testa di Vecino. In classifica aggancia a 72 punti i capitolini ma per gli scontri diretti sono i nerazzurri ad andare nell’Europa che conta.
A cura di Alessio Pediglieri
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Alla fine è l'Inter a festeggiare in una gara pazzesca, in bilico fino al 90′ dominata dalla Lazio ma vinta dall'Inter. I padroni di casa giocano meglio, costruiscono di più appaiono più squadra rispetto alle folate solitarie ed estemporanee nerazzurre. Non è un caso se è la Lazio ad andare per due volte in vantaggio ma gli uomini di Inzaghi hanno la pecca di sprecarein diverse occasioni il colpo del ko. Non così l'Inter che risorge dalle proprie ceneri e nei 15 finali trova il pareggio e poi la rete  vittoria con la capocciata di Vecino che vale la Champions

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 Sfortuna Inter, Perisic autogol. La Lazio aggredisce subito la partita e l'Inter mettendo spalle al muro la difesa di Spalletti: Skriniar e Miranda abili centrali, ma macchinosi davanti alle incursioni di Felipe Anderson e ai dribbling di Milinkovic-Savic. E' solo un caso se il primo vantaggio celeste arriva su una deviazione di viso da parte di Perisic, ma non è un caso l'azione da cui nasce il gol, partorita da un controllo e assist di Milinkovic in area nerazzurra.

Inter macchinosa, Lazio in raddoppio. Per Spalletti il nervo scoperto è sulla fascia di Cancelo, dove l'esterno appare timoroso nel progredire in avanti, costringendo la retroguardia a giocare spesso in 4 e a perdere mordente in mediana. Rafinha è abile, tecnico ma lento, Brozovic stenta a entrare in partita laddove dovrebbe creare superiorità numerica dando i tempi alla squadra e Icardi è troppo isolato.

Pasticcio Lazio, pareggio D'Ambrosio. Anche il pareggio dell'Inter è fortuito ma figlio di una azione insistita che porterà D'Ambrosio a girare in faccia a Strakosha la palla dell'1-1. Eppure, è sempre la Lazio a dare l'impressione del controllo e di poter riaccendere il match quando vuole. I due mediani nerazzurri faticano a tenere la posizione e quando Cancelo si fa intercettare il cross, l'uno-due a tutto campo di Lulic e Felipe Anderson evidenzia tutte le lacune tecniche di un'Inter che si fa infilare per la seconda volta.

Spalletti le prova tutte. Spalletti ha il merito di provarle tutte: prima toglie Candreva per offrire più sostanza a fianco di un Icardi che si divora due palle gol incredibili, inserendo Eder. Poi anche il giovane Karamoh in campo per Rafinha, scegliendo la soluzione in velocità a quella di qualità. Il tempo stringe, i gol da fare restano sempre due ma l'ansia non aiuta e la frenesia diventa il nemico numero uno dei nerazzurri.

Inzaghi non cambia. Simone Inzaghi non si dispera, la Lazio resta con gli uomini di inizio partita grazie alla serata di grazia di Milinkovic-Savic, semplicemente perfetto nel distruggere e costruire e solamente quando, scoccata l'ora di gioco, Immobile  – in non perfette condizioni – chiede il cambio, il capocannoniere italiano viene sostituito da Lukaku con la Lazio che cambia modulo.

Pareggio Icardi, follia Lulic. Nel finale però cambiano gli equilibri in campo: Icardi trova il rigore che regala la rete della speranza e due minuti dopo Lulic frana su Brozovic rimediando il secondo giallo e lasciando la Lazio in dieci. Inzaghi corre ai ripari: 4-4-1 senza Immobile e col solo Anderson isolato in avanti. L'Inter si riversa nella trequarti capitolina e inizia l'assedio.

Vecino da Champions. Ma il break vincente arriva alla prima occasione: angolo e colpo di testa di Vecino che ribalta la partita e regala il successo all'Inter che significa Champions League 2018/2019  in una gara pazzesca che la Lazio prova a rimettere in sesto fino alla fine, chiudendo in attacco ma senza trovare il meritato pareggio.

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