United, quasi ammutinamento contro van Gaal
Non siamo all'ammutinamento del Bounty (almeno, non ancora…) ma il malumore che serpeggia – così racconta il tabloid The Times – nello spogliatoio del Manchester United è cresciuto di parecchio nelle ultime settimane. Motivo del dissenso? Non la delusione per un avvio di stagione tutt'altro che brillante (red devils quinti, staccati di 5 punti dai diretti rivali del City) piuttosto il malcontento (manifestato al manager olandese in un summit avvenuti qualche giorno fa) per metodi di allenamento e modo di rapportarsi alla rosa che ha sollevato più di qualche protesta. Di cosa è accusato l'ex ct dell'Olanda? Rigidità degli schemi, a discapito della fantasia nello sviluppo del gioco, e soprattutto di essere troppo oppressivo. Un ‘sergente di ferro' che alla ‘vecchia guardia' di Old Trafford (The Times non fa nomi ma circoscrive la cosiddetta fronda ai veterani della squadra) non piace. Non piace anche perché lontano anni luce dai sistemi adottati da Sir Alex Ferguson che dal 1986 al 2013 ha retto le sorti del Manchester portandolo ad affermarsi tra i più grandi club a livello internazionale.
Dopo aver chiuso l'esperienza del Mondiale in Brasile nel 2014, van Gaal è giunto sulla panchina dello United per ricostruire un ambiente azzerato dal ciclone Moyes: con l'ex Everton i red devils sono finiti allo sprofondo perdendo anche la partecipazione alla Champions che era un tesoretto e al tempo stesso un tradizionale appuntamento per i tifosi inglesi. Champions ritrovata quest'anno, grazie ai playoff vinti nell'estate scorsa. Nonostante una campagna acquisti massiccia (l'ultimo colpo è stato il ‘golden boy' del Monaco, Martial, pagato 80 milioni di euro) e un Depay in stato di grazia i red devils non sono riusciti ancora a trovare la giusta dimensione in campionato. Tutti scontenti, dai calciatori ai tifosi.
