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Memphis Depay dello United il miglior ventenne al mondo

France Football ha stilato la classifica dei 50 giovani più forti. Depay, Marquinhos e Sterling sul podio. Nella top 50 quattro italiani: Castaldi, Berardi, Rugani e Scuffet.
A cura di Alessio Morra
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Memphis Depay, acquistato da poche settimane dal Manchester United, è il miglior giovane al mondo secondo ‘France Football’, che ha scelto i migliori cinquanta giovani speranze, che potrebbero essere i grandi protagonisti del calcio del 2020. Sul podio anche l’ex romanista Marquinhos, in forza al PSG, e Raheem Sterling, recentemente passato al Manchester City per 69 milioni di euro. Tra i primi cinquanta anche quattro calciatori italiani: Rugani, Cataldi, Berardi e Scuffet.

Al primo posto c’è Memphis Depay, che al Mondiale brasiliano un anno fa ha mostrato grandi qualità e ha realizzato pure due gol. Poi c’è Marquinhos. Il brasiliano se pure non ha il posto fisso con il PSG ha il futuro assicurato, come Raheem Sterling (3°) del City, che con Depay condivide un carattere tutt’altro che facile. Fuori dal podio Kurt Zouma, centrale francese del Chelsea. Quinto il tedesco dello Schalke Max Meyer. Sesto il giovane Munir del Barcellona. Poi il norvegese Odegaard, Bernardo Silva del Monaco, Halilovic e Brandt. Di poco fuori dalla top ten Embolo del Basilea, Emre Can, Martial e Berahino. 31° posto per lo juventino Coman, 50° Guido Vadalà, che proprio i bianconeri hanno preso dal Boca nell’ambito dell’affare Tevez.

L’Italia piazza quattro rappresentanti in questa classifica. Al 23° posto c’è il centrocampista della Lazio Cataldi, titolare nell’Under 21 di Di Biagio e elogiato pubblicamente anche dal CT Conte. Alle sue spalle figura Berardi del Sassuolo, che già da un paio di stagioni fa paura a tutte le squadre di Serie A. Solo 35° Daniele Rugani, passato dall’Empoli alla Juventus. I francesi a proposito di Rugani scrivono: “Una boccata d’ossigeno per la scuola dei difensori italiani. Irreprensibile nella marcatura e nel rilancio.”. Tra i primi cinquanta anche il portiere Scuffet, nonostante un’annata vissuta all’ombra di Karnezis.

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