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United, Ibrahimovic: “La mia mentalità vincente? Merito della Juventus”

A margine della sfida contro il Southampton, decisa da una sua doppietta, l’attaccante svedese si è confidato al sito ufficiale dei Red Devils: “La Juventus nella quale ho giocato era una squadra di mostri, c’erano così tante stelle”.
A cura di Alberto Pucci
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Un inizio così forse non se lo aspettava neanche lui. Dopo un Europeo deludente con la sua nazionale, Zlatan Ibrahimovic ci ha messo davvero poco a lasciare la sua impronta sul calcio inglese. Lo ha fatto prima con il gol decisivo nel "Community Shield" contro Ranieri, poi nelle due sfide di campionato con Bournemouth e Southampton.

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In attesa di tornare a calcare i campi europei grazie all'Europa League, il gigante svedese si gode il suo momento magico, tenendo comunque i piedi ben piantati per terra:

La squadra ha fatto bene, ma siamo solo alla seconda partita in Premier League – ha spiegato Ibrahimovic, in un'intervista rilasciata al sito ufficiale dello United – Penso che possiamo fare molto di più.

Una mentalità vincente, quella dello svedese, figlia di un'esperienza indimenticabile:

La mia mentalità deriva dalla Juventus. In quel periodo ho giocato con una squadra di mostri.

Il ricordo bianconero

"Ho condiviso il campo con molte grandi stelle nella mia carriera – ha continuato l'attaccante dei Red Devils – Quando sono arrivato alla Juventus ero un ragazzo giovane, ma c'erano già Vieira, Cannavaro, Thuram, Buffon, Del Piero, Trezeguet, Nedved, Camoranesi, Emerson. Quella era una squadra di mostri, c’erano così tante stelle".

Ora che "sua maestà" Zlatan è diventato uno dei più forti attaccanti al mondo, è lui a prendere per mano i compagni più giovani: "Quando si diventa più maturi, si è anche più responsabili – ha spiegato l'ex numero dieci del Paris Saint-Germain – L’allenatore mi dà un sacco di responsabilità e me la prendo. Sto cercando di aiutare tutti gli altri. Il giudizio della gente? Mi giudicano prima di conoscermi, ma questo non mi preoccupa perché entra da un orecchio ed esce dall’altro. La cosa più importante è che i miei compagni dello United abbiano fiducia in me. Se potrò aiutarli, lo farò volentieri".

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