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United-Chelsea, Mou a Conte: Non so se è pronto a incontrarmi in una stanza, solo io e lui

La gara dell’Old Trafford può diventare l’ennesima puntata di uno scontro tra i due manager che da 15 mesi sono impegnati in una battaglia dialettica che i qualche caso è andata anche un po’ oltre. Una diatriba che non è proprio nello stile che la Premier ha per il suo campionato ma i tifosi sono entusiasti e i media raccolgono a piene mani e ringraziano.
A cura di Vito Lamorte
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José Mourinho e Antonio Conte non hanno mai nutrito particolari simpatie per l'avversario e da 16 mesi lo stanno mettendo in mostra senza alcun problema. Con molta probabilità lo scorso gennaio si è andati un po' oltre e sia il manager del Manchester United che quello del Chelsea hanno messo in piedi un teatrino che ha fatto sgranare gli occhi sia in Inghilterra che nel resto d'Europa. Come se non bastassero le offese personali, dal punto di vista professionale e non, l'argomentazione più sinistra, e infausta, dello scontro verbale tra Mou e Conte è arrivata dal manager dei Blues: "Quand'è la partita contro lo United? Possiamo incontrarci in una stanza. Per cercare di dare un senso a tutte queste dichiarazioni. Non so se è pronto ad incontrarmi in una stanza, solo io e lui".

Se volessimo banalizzarla potremmo fare una similitudine con invito ad uscire fuori dal pub quando due persone non sono d'accordo di fronte al bancone ma sarebbe veramente riduttivo per due personaggi così importanti per il calcio moderno. Intanto domani i due si incontreranno all'Old Trafford per un Manchester United-Chelsea davvero ad altissima tensione.

Nelle conferenze stampa in vista dell'incontro di domenica entrambi i manager hanno evitato di parlare dell'altro nonostante le diverse domande poste proprio in merito: a Cobham Conte ha ripetutamente dichiarato di non essere interessato all'argomento e a 200 miglia di distanza, a Carrington, Mourinho ha ignorato, di proposito, le domande sul competitor e ha risposto più genericamente al Chelsea quando gli sono state fatte domande sul tecnico dei Blues. Entrambi hanno avuto la possibilità di seppellire l'ascia di guerra ma nessuno l'ha raccolta.

Perché non risolverla subito? Il precedente Clough-Devi

Tutto ciò potrebbe essere stato risolto mettendoli uno di fronte all'altro in uno studio televisivo per vedere cos'altro avevano da dirsi dopo quella serie, infinita, di dichiarazioni. Sembra inverosimile ma è stata fatta esattamente la questa scelta nel settembre 1974 con Brian Clough, che poche ore dopo essere stato licenziato dal Leeds United, è stato invitato al programma "Calendar" con Don Revie, appena nominato manager dell'Inghilterra. Rivali per anni, con stili e personalità differenti, hanno messo in mostra il disprezzo reciproco e se i primi 10 minuti sono stati abbastanza civili successivamente il dibattito si è animato con Clough che continuava a parlare dell'approccio più idealistico al calcio e Revie che lo ha definito "un pazzo". Come sarebbe finita con Mourinho e Conte?

https://youtu.be/I7Bov4woon4

Scontro infinito: 16 mesi di fuoco

Mourinho e Conte negli scorsi mesi sono stati protagonisti di pungenti attacchi che hanno segnato la cronaca d'Oltremanica, e non solo. La prima traccia di animosità, dall'approdo dell'ex CT della Nazionale, in Inghilterra, è dell'ottobre 2016 quando Mourinho ha criticato Conte di averlo "umiliato" con la sua esuberante esultanza dopo la vittoria per 4-0 del Chelsea sui Red Devils. Un mese dopo, Conte ha scherzato sul fatto che non poteva credere che Victor Moses fosse mai stato trascurato da un allenatore, ben sapendo che proprio Mourinho lo aveva mandato in prestito, e queste frecciatine sono andate avanti per tutto l'anno scorso passando dal mercato dello United allo stile difensivo del Chelsea fino al trapianto di capelli di Conte.

Dopo 15 mesi così, a gennaio succede l'irreparabile: Mourinho ha affermato di non essersi mai "comportato come un pagliaccio in panchina" e Conte, prendendola sul personale, ha dichiarato che Mourinho ha affermato che il portoghese è affetto da "demenza senile", anche se in seguito un portavoce del club ha affermato che voleva dire "amnesia ". Non ancora contenti di quanto mostrato, i due si sono portati fino all'estremo con Mourinho che ha fatto riferimento allo scandalo scommesse in cui è finito implicato Conte e come riposta il tecnico salentino lo ha definito un "piccolo uomo".

Wenger-Ferguson non c'entra nulla: è un'altra rivalità

Non c'è mai stato un buon feeling tra i due manager ed è un vero dramma per il prodotto Premier League, he vorrebbe vedere tutt'altro nella sua sceneggiatura. Solo i fan delle due squadre e i media sono entusiasti di questa faida che domani vedrà l'ennesima puntata. Questo scontro è stato paragonato a quello tra Arsene Wenger e Sir Alex Ferguson, quando Arsenal e United lottavano per trofei nazionali definivano il calcio inglese all'inizio del millennio, ma in quel caso, dopo un inizio dialettico, il tutto era più basato sulle vittorie.

Proprio Mourinho-Conte, quella diatriba iniziò presto; quando Wenger arrivò in Inghilterra e Ferguson lo chiamò "un novizio" ma il francese rispose per le rime. Lo stesso Ferguson che criticò l'Arsenal del "double" del 2002, affermando che la sua squadra era migliore, venne risposto in maniera ironica: "Tutti pensano di avere la moglie più bella a casa".

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Nemici o avversari?

Quando Ferguson si è ritirato, José Mourinho è salito agli onori della cronaca con il Chelsea e lo ha sostituito nello scontro dialettico con Wenger ("Specialista in fallimento"). Indimenticabile Alan Pardew, ai tempi del Newcastle, che chiamò Manuel Pellegrini del Manchester City un "f***ing old c***" a St.James Park ma non sono degli episodi isolati nel calcio britannico. La domanda a meno di 24 ore dal fischio d'inizio della gara dell'Old Trafford è: li vorremmo davvero vedere in una "stanza da soli, solo loro due", o vorremmo vederli salutarsi ad inizio e fine gara ma darsi battaglia tra le due panchine per 90′?

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