Un girone di risultati e prestazioni differenti. Così Pioli ha rilanciato l’Inter
Dalla Sampdoria alla Sampdoria. Da De Boer a Pioli, dall’Inter fragile e rinunciataria, a quella forte, equilibrata e soprattutto varia, creata ad hoc dall’ex tecnico della Lazio che ha saputo trarre il meglio da una buona rosa di calciatori a disposizione. E’ trascorso un girone da quella sconfitta di Genova contro i blucerchiati che costò la panchina al tecnico olandese ex Ajax che non aveva mai definitivamente convinto il pubblico e la dirigenza neroazzurra.
Un cambiamento invece, che Pioli è riuscito a creare grazie a pochi calciatori, ma continui e con tanta voglia di mettersi a disposizione dell’allenatore e pronti a sacrificarsi per la squadra. Scopriamo quindi, in 4 punti, come è cambiata l’Inter di Suning rispetto a quella di Frank De Boer.
Sorprende il numero dei gol fatti
Durante la sessione di mercato estiva, la presidenza Suning, soprattutto grazie al lavoro di Ausilio, è riuscita a creare una rosa di calciatori davvero molto buona per il campionato italiano. Gli arrivi di Banega, Candreva, e Gabigol, con le conferme di Eder e Palacio e il rinnovo del contratto di Icardi, avevano fatto presagire ad un inizio da sogno, specie in fase realizzativa. Perisic, Icardi, Candreva e lo stesso Banega però, in fase offensiva non sembravano molto affiatati. Spesso Icardi veniva imbeccato con pochi palloni bassi e tanti, troppi, sui cross del croato e dell’ex Lazio.
La capacità realizzativa è aumentata
Dai 13 gol fatti dall’Inter di De Boer, in 11 gare, si è passati ai 40 di Pioli, dopo 18 gare sulla panchina nerazzurra, che soprattutto grazie all’importanza negli inserimenti di Candreva e Perisic, è riuscito a trovare la quadratura del cerchio. Importanti anche le incursioni a rete dei centrocampisti Brozovic e Kondogbia, ma anche del nuovo arrivo di gennaio, Gagliardini.
Cambi di modulo fra confusione e certezze
Da quando è approdato all’Inter, De Boer ha schierato, fino alla sua permanenza in neroazzurro, ben 4 moduli in totale. Il 4-3-3, andato in scena solo 2 volte, in trasferta, contro Empoli e Atalanta, mentre il modulo che probabilmente gli dava più garanzie era il 4-2-3-1, visto ben 6 volte di cui 3 consecutive. Di pura follia invece il 3-5-2 proposto al “Bentegodi” di Verona, contro il Chievo, alla prima giornata persa 2-0. 2 volte invece il 4-1-4-1, che ha dato ottime indicazioni nella gara casalinga vinta contro il Torino 2-1.
Per Pioli invece, 3 moduli cambiati dalla prima gara giocata contro il Milan, fino all’ultima di Torino prima della sosta. Ma il modulo più frequente, e che probabilmente dà più garanzie all’ex Lazio, è il 4-2-3-1, proposto 12 volte, di cui 6 volte consecutive. L’esperimento del 4-3-3 invece, è stato schierato in campo solo una volta nel derby di Milano pareggiato 2-2 nei minuti finali. Suggestivo invece il 3-4-2-1, visto per ben 5 volte di cui 4 consecutive, ma che non ha mai convinto Pioli. Accantonato soprattutto dopo averlo messo in campo nel gara persa a “San Siro” contro la Roma.
I numeri relativi a vittorie, sconfitte e pareggi
La netta differenza che si evince dal lavoro dei due tecnici passati sulla panchina dell’Inter, sono soprattutto relativi al numero di vittorie. Per De Boer, sono state solo 4, contro Pescara, Empoli e Torino, ma soprattutto quella interna giocata alla perfezione contro la Juventus che fece divertire tanto il pubblico neroazzurro. Solo due i pareggi, entrambi in casa, e contro avversari non proprio irresistibili come Palermo e Bologna. Decisamente negative, in 11 gare, le 5 sconfitte, contro Chievo e Sampdoria, ma soprattutto le 3 consecutive, tutte ad ottobre, contro Roma, Cagliari ed Atalanta, che sono state poi decisive per il suo esonero.
Tredici vittorie in 18 gare dall'arrivo di Pioli
In 18 gare invece, il gioco spumeggiante di Pioli, fatto soprattutto di ripartenze e di un numero incredibile di calciatori che si spingono in fase offensiva, ha portato all’Inter ben 13 vittorie. Dopo la sconfitta del 2 dicembre per 3-0 a Napoli, fino al 28 gennaio, l’Inter ha solo vinto. Ben 7 le vittorie consecutive, dove emerge anche il dato importante di soli 2 gol subiti. Solo 3 le sconfitte, tutte contro dei top club come Napoli, Juventus e Roma. 2 pareggi contro il Milan e, nell’ultima gara, contro il Torino, sempre per 2-2. Stefano Pioli è stato anche capace di totalizzare ben 7 vittorie consecutive, a differenza di De Boer che ne è riuscito a conquistare solo 3.
Difese a confronto
Come abbiamo visto in precedenza, sono stati tanti i moduli cambiati dall’Inter con la gestione della squadra da parte dei due tecnici. Il dato importante che emerge nella rosa neroazzurra, è il numero dei difensori a disposizione. Due centrali e mezzo, ovvero Murillo, Miranda e Medel, prima dell’arrivo di Sainsbury a gennaio e la conseguente cessione di Ranocchia passato all’Hull City.
Difesa ancora vulnerabile ma compensata dall'attacco
Con De Boer in panchina, i neroazzurri subirono 13 gol in 11 partite, una media di quasi 1 gol a gara. Il disagio nella gestione dei difensori, da parte dell’olandese, era evidente, ma anche l’equilibrio con il centrocampo era del tutto fuori misura, con i due reparti che difficilmente riuscivano a coesistere.
Con Pioli invece, i 17 gol subiti, sono sì tanti in 18 gare giocate, ma sono pur sempre compensati dal numero di reti realizzate dall’attacco. Inevitabilmente, con il gioco propositivo dell’attuale allenatore neroazzurro, è facile subire azioni in contropiede dagli avversari, specie se i due terzini, Ansaldi e D’Ambrosio, sono spesso presenti in posizioni avanzate del campo.