Uefa, il nuovo presidente è Aleksander Ceferin
"Ho la coscienza pulita, sono tranquillo. Sono certo di non aver commesso il più piccolo errore e che continuo la battaglia giudiziaria". Michel Platini si congeda così dalla Uefa, al congresso straordinario di Atene – nonostante la squalifica di 4 anni inflittagli dal Tas di Losanna – apre da invitato l'assise e passa la mano. Le redini del calcio europeo adesso sono nella mani di Aleksander Ceferin, è lo sloveno il nuovo presidente eletto con 42 voti (ha battuto l'olandese van Praag, che ha raccolto 13 voti). "Grazie per il vostro fantastico supporto, per me questo incarico significa molto ed è motivo di grande onore e grande responsabilità al tempo stesso", ha ammesso il neo capo della Federazione continentale.
Sostenuto anche dalla Federcalcio italiana, Ceferin segna una cesura col passato recente, squassato dallo scandalo che ha investito la Fifa e avuto ripercussioni anche sulla Uefa. Nel corso del congresso straordinario di Atene, l’italiana Evelina Christillin è stata nominata membro europeo del Consiglio della FIFA.
Il profilo del nuovo presidente della Uefa. Aleksander Ceferin ha 49 anni, si è laureato in legge all'Università di Lubiana e ha iniziato la propria carriera forense nello studio legale di famiglia, dedicandosi in maniera particolare alla cura di atleti professionisti e società sportive. Un percorso che lo porterà nel 2005 a restare nel solco dell'ambiente sportivo fino ad avviare la propria collaborazione con il KMN Svea Lesna Litija (una delle più importanti squadre slovene di calcio a 5). E' dall'anno successivo, però, che il suo profilo dirigenziale assume una fisionomia ben definita: dal 2006 al 2011 è nello staff dell'Olimpia Lubiana, poco dopo viene eletto presidente della Federcalcio slovena (incarico confermatogli nel 2015).
Le critiche alla nuova formula della Champions. Il neo presidente della Uefa ha espresso grande perplessità relativamente alla riforma della Champions League che a partire dal 2018 assicurerà quattro posti nella fase a gironi alle squadre provenienti dai quattro principali campionati europei, assottigliando di fatto le opportunità riservate ai campionati meno ricchi.
