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Udinese, Stramaccioni lancia la sfida: “Provinciali a chi?”

L’ex tecnico dell’Inter ringrazia i nerazzurri e spiega quale sarà la sua filosofia anche in bianconero: valorizzazione dei giovani e dei talenti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Dall'Inter all'Udinese. Per qualcuno potrebbe trattarsi di un passo indietro ma conoscendo Andrea Stramaccioni e le sue aspirazioni è al contrario un ulteriore salto verso la consacrazione quale giovane allenatore italiano di tutto rispetto. Bravissimo a gestire e lavorare con i giovani, i friulani sono il fiore all'occhiello dello scouting nostrano ed europeo. La famiglia Pozzo ha costruito attorno al club una rete di osservatori capaci di scovare negli anni autentici carneadi a poco prezzo, sgrezzarli e farli diventare diamanti raffinati. Da vendere a carissimo prezzo alla concorrenza: Asamoah, Quagliarella, Iaquinta, Cuadrado, Muriel, Candreva, Inler, Sanchez. Sono solamente alcuni dei nomi che a Udine hanno imparato a diventare campioni.

Filosofia perfetta – Così, la scelta del dopo Guidolin ricaduta su Stramaccioni non è un caso e non lo sarà certamente se la dirigenza proseguirà sul proprio intento di valorizzare talenti sconosciuti. Lo stesso ex nerazzurro lo sa perfettamente e non a caso ha scelto di risolvere il lauto contratto con l'Inter fino al 2015 a 1.2 milioni di euro per sposare l'idea bianconera. "Sono molto contento, l'Udinese è sempre stata la mia prima scelta. Ho aspettato che la società facesse le sue valutazioni, rifiutando altre possibili destinazioni, e sono sempre più convinto della scelta che ho fatto. Qui è stato tracciato un modo di fare calcio unico in Europa: l'Udinese spende poco, lancia i giovani e ottiene risultati. Oltre ad essere un club simpatico a livello nazionale. Non mi sento un ripiego, in ballo per questa panchina c'erano nomi di grande livello. Non vado a caccia di rivalse, voglio solo regalare soddisfazioni a questa società e a questi tifosi".

Onore nerazzurro – Il passato non si rinnega, anzi. Stramaccioni sorride pensando all'Inter la società che gli ha permesso malgrado le ultime incomprensioni, di farsi conoscere al grande pubblico: "Devo molto all'Inter che mi ha permesso di allenare in Serie A e la porto nel cuore, ma da oggi in poi il mio pensiero sarà rivolto solo all'Udinese. Spero che la famiglia Pozzo non si penta di avermi affidato questo compitoIo nasco nel settore giovanile ma ho perfezionato le mie competenze nell'anno e mezzo passato alla guida dell'Inter. Prima di firmare ho parlato a lungo con Moratti, al quale sono grato. Lui ha scommesso su di me e il suo augurio mi ha fatto molto piacere

Provinciali a chi? – Per la nuova Udinese le idee sono chiare sia sul collettivo che sui singoli: "L'intelligenza di un allenatore è plasmare il modulo sull'organico che si ha a disposizione, bisogna cucire l'abito su misura permettendo ai giocatori di esprimersi al meglio. Di Natale? E' un campione, uno dei pochi rimasti in Serie AHa scritto la storia dell'Udinese e per me sarà un onore allenarlo. Muriel è un grandissimo talento. Verre è uno dei giovani più interessanti, lo conosco molto bene anche se a Palermo non ha trovato grande continuità. Lo stiamo valutando. Non credo che l'Udinese sia un club provinciale, se non sbaglio questa è la prima volta dopo tanti anni in cui non giocheremo le Coppe. Dall'esterno anche il pubblico mi è sembrato più competente che tifoso. Ho visto i modellini del nuovo stadio che sicuramente ci darà una grossa mano. Per me essere qui è un passo avanti, non ho paura di dire che sono davvero felice. Scudetto? Il presidente Pozzo è stato chiaro, prima bisogna centrare la salvezza, poi si vedrà… " .

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