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Tuttosport fa dietrofront: “Mancini è un’ipocrita”

Il direttore del quotidiano torinese ai microfoni di Crc torna sui suoi passi e si scusa per il titolo “Siamo tutti Mancini”
A cura di Marco Beltrami
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Il polverone scatenato dai fatti del post Inter-Napoli non pare placarsi. La pioggia di reazioni, prese di posizione, commenti sull’acceso confronto tra Mancini e Sarri prosegue. A conferma, nel giorno in cui sono arrivati i verdetti del giudice sportivo (squalifica di due turni al mister del Napoli, e ammenda di 5mila euro al collega nerazzurro), ecco le parole del direttore di Tuttosport Paolo De Paola. Intervenuto ai microfoni della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma su Radio Crc, il direttore ha fatto dietrofront chiedendo scusa per il titolo del suo giornale “Siamo tutti Mancini”:  “Chiedo scusa per il titolo su Tuttosport, ho creduto alla sua buona fede, ma invece Mancini è un ipocrita. Ho preso visione di una realtà che era diversa rispetto a quella che avevo prospettato e scritto su Tuttosport con quel titolo “Siamo tutti Mancini” e non ho difficoltà a dire che alla luce di quanto emerso, mi scuso perché Mancini è un ipocrita”. 

Il precedente galeotto di Mancini

Il motivo del cambio di opinione di De Paola? Il presunto “frocio” diretto ad un giornalista da parte di Mancini durante la sua esperienza alla Fiorentina 15 anni fa: “La denuncia del tecnico, sembrava veritiera e coraggiosa, Mancini sembrava un paladino e invece era solo una cosa falsa perché lo stesso allenatore ha proferito la stessa accusa ad un giornalista quando era a Firenze e mi dispiace di aver fatto quel titolo perché Mancini è un ipocrita. L’ho seguito in buona fede, ma alla luce della verità, ripeto, Mancini è un’ipocrita. Mi piace confrontarmi con i fatti e al di là della mia buona fede, mi sembrava che quello di Mancini fosse un rincrescimento vero".

Mancini e la "cattiva fede"

De Paola fa riferimento anche alla "cattiva fede" del tecnico dell'Inter: "Ritengo che nascondersi dietro quella frase “sono cose da campo” possa fungere da alibi per giustificare tutto, anche le combine, per cui resto convinto del fatto che ci sia comunque un muro da abbattere. Ma faccio un passo indietro perché non può esserci un moralismo facile, lo scheletro di Mancini lo abbiamo scoperto, il caso è identico e la parola giusta è ipocrisia. Mancini l’ha usata in cattiva fede portando avanti una bandiera che evidentemente non è la sua. Il problema è che poi il tecnico è ritornato sull’argomento e anche il padre lo ha fatto. Preferirei che anche la famiglia si chiudesse nel silenzio perché tutto questo gli può tornare indietro come un boomerang. La vicenda si è rivestita di un nesso sgradevole e andrebbe chiusa al più presto”.

Le scuse di Sarri

Se la posizione di Mancini è peggiorata, quella di Sarri invece è stata rivalutata. Merito delle repentine scuse dell’allenatore del Napoli: “Sarri ha sbagliato, ma più volte ha chiesto scusa. Quel modo di pensare non deve esistere né in campo, né fuori dal campo. Ma, ne esce bene da questa situazione perché si è scusato immediatamente ed ha mille giustificazioni a differenza di Mancini che ne esce sminuito”.

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