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Tutti i nomi della nuova Inter di Thohir: da Soetedjo e Roeslani a… Garibaldi

In società entreranno il fidato Roeslani (al posto di Ghelfi) e l’amico Soetedjo nell’area tecnica. Nessuna rivoluzione: come Moratti anche gli attuali dirigenti resteranno. Più defilati, però. L’obiettivo è risanare la società, esportare il marchio, creare degli utili. Di calcio vero e proprio se ne parlerà fra due anni.
A cura di Alessio Pediglieri
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il magnate indonesiano

Adesso che l'era Moratti è ufficialmente conclusa, è necessario provare a dare una forma e una sostanza alla nuova Inter che verrà. Quella di Erick Thohir, il magnate indonesiano che dopo una lunga e articolata trattativa ha convinto i vertici nerazzurri a subentrare nel club come socio di maggioranza e di fatto quale nuovo proprietario di una delle società più importanti nel panorama calcistico italiano ed internazionale. Una novità in Italia, non all'estero dove oramai imperano dirigenze di ogni Paese e Continente, spesso con risultati più che positivi. Soprattutto manageriali, vero punto focale, e solamente in seguito sportivi. Così, anche Thohir ha una tabellina di marcia ben scandito: in primis, il risanamento societario a livello finanziario, poi l'espansione e il consolidamento del brand "Inter" su scala internazionale e sul mercato asiatico, quindi la ristrutturazione interna societaria e i progetti a medio-lungo termine quali il miglioramento del marketing, del rapporto con l'esterno, della costruzione di un impianto di proprietà. Infine, i successi anche dal punto di vista sportivi attraverso una precisa serie di punti di riferimento e passaggi prestabiliti.

Il potere politico – L'impero Thohir è di indiscutibile grandezza e potenza. Economica, impreditoriale, politica. Basti pensare che la famiglia in questione è stata la diretta sostenitrice per l'elezione del futuro presidente indonesiano Aburizal Bakrie, 66 anni. Che ha benedetto l'affare Inter e che non a caso è un altro miliardario appassionato di calcio, unico forte candidato per le presidenziali 2014. Facendo due conti, un trampolino di lancio perfetto reciproco con tempi che coincidono: Bakrie sotto il potere della famiglia Thohir diverrà l'uomo più potente dell'Indonesia; i Thohir, con l'acquisizione dell'Inter già ben consolidata e definita, avranno il mercato asiatico a propria disposizione.

Il ruolo di Moratti – Tutto coincide, perchè anche questo elemento ha convinto Moratti a mollare la presa: resterà dentro il panorama nerazzurro per almeno un biennio, come socio di minoranza o come elemento di un CdA dagli occhi a mandorla. Ma potrà verificare di passo in passo tutto ciò che accadrà nella sua amata società nerazzurra. Le garanzie non mancano: Erick Thohir da buon imprenditore affiderà l'Inter ad esperti e fidati collaboratori che gestiranno direttamente l'investimento. Lui, con un patrimonio di oltre 30 miliardi di euro, deve restare libero da vincoli.

L'Inter di Soetedjo e Roeslani – I nomi sul taccuino ci sono già e si chiamano: Handy Soetedjo o Rosan Roeslani. Il primo è un imprenditore che lavora nel settore energia come carbone e materie prime, vive a Pittsburgh e si dichiara profondo conoscitore di calcio. Roeslani, 45 anni, è un esperto in finanza, dovrebbe occuparsi dei bilanci della società nerazzurra. Sarebbero loro le due basi del triangolo da vertice della nuova Inter, due basi operative che dovrebbero far ‘saltare' Ghelfi, attuale ‘ministro delle finanze nerazzurre' e la struttura attorno all'apparato ‘tecnico': Branca e Ausilio per intenderci.
Non è detto che le attuali persone restino, ma qualora fosse così di certo godrebbero di assoluta minor libertà. Tutto passerà dai filtri della famiglia Thohir abituata a costruire all'interno delle società controllate una fitta ragnatela di collaboratori e controllori fidati.

Estinzione del debito – Dopotutto, l'Inter sarà un investimento finanziario. La società è da risanare, oggi è in perdita e ciò è inammissibile perchè in questa maniera non si può esportare nè brand, nè marketing. Il prodotto, per dirla in modo secco, è scadente. Anche in questo caso, c'è stato di che parlare con Moratti: parte dei soldi che verranno immessi subito andranno a colmare i vuoti. Altro che mercato faraonico, stadio immediato, nuovi dirigenti o allenatori pluri pagati. Tutto resterà – da un punto di vista calcistico – fermo. E' vero, il ‘core business' di una società di calcio passa per i risultati sportivi, ma un club deve prima di ogni altra cosa garantirsi degli utili. Per questo Thohir ha preparato un piano finanziario ben preciso, tanto da inserire nella Borsa di Giakarta la società che andrà a controllare l'Inter inserendo il ‘nerazzurro' nel sistema venoso dell'economia indonesiana e asiatica poco alla volta. Per restarci a lungo.

Esportazione del marchio – Dal risanamento economico e alla ristrutturazione di una solida base imprenditoriale, si partirà per la seconda fase: far crescere il marchio, il brand, della società. All'estero verranno utilizzati tutti i canali a disposizione, soprattutto sul ricco mercato asiatico dove l'Inter ha di diritto acquisto con Thohir le carte per diventare tra i più prestigiosi, conosciuti e seguiti club calcistici. Primato oggi diviso tra club inglesi (Manchester, Arsenal) e spagnoli (Real Madrid). Poi, ci sarà l'appoggio politico (e qui si ritorna a Bakrie futuro presidente). In Italia, invece, si punterà sulla costruzione di un impianto di proprietà, sulla strada della Juventus, punto di riferimento della nostra economia calcistica.

Ricrescita sportiva – L'aspetto sportivo resterà in secondo piano per un biennio. Massimo Moratti ha garantito con l'arrivo di Mazzarri una base di minimo sindacale garantito con cui la squadra può procedere su sufficienti prestazioni anche senza dover investire denaro contante. Anzi, grazie alla scelta dell'ex tecnico di Napoli e sulla scia dell'ultimo mercato oculato, ha dato garanzie a Thohir che non c'è bisogno di investire liquidità (oggi da girare altrove). Fatto impossibile con uno Stramaccioni qualunque in panchina. L'importante è che si raggiungano obiettivi qual la qualificazione nelle Coppe e si resti sopra il livello di guardia sia in campionato che in Coppa Italia. Coincidono anche i tempi del contratto del tecnico livornese: 2 anni più opzione. Come quelli di Moratti nell'Inter indonesiana. Coincidenze? Difficile pensarlo quando si ha a che fare con un imprenditore che non lascia nulla al caso, da sempre preparato a conquistare nuovi orizzonti imprenditoriali. E che per fratello e collaboratore fidato ha un certo Garbialdi (!), pronto ad inserirsi nell'affare nerazzurro come braccio destro. Un nome, una garanzia perchè il club nerazzurro diventi il novello Eroe dei due Mondi calcistici.

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