Tutti contro Conte, tutti con Conte: il ct ha già vinto il suo Europeo

L'Italia ai quarti di finale nessuno l'aveva prevista ma è una realtà. Azzurri primi nel proprio girone davanti a Belgio e Svezia, Azzurri vittoriosi sui campioni d'Europa uscenti della Spagna con altri due gol e una difesa che si conferma essere di ferro. Insomma, l'avventura degli uomini di Conte continua e adesso si incrocerà con le ambizioni della Germania, campione del Mondo in carica che quando vede l'Italia spesso paga pegno. Non sarà facile sabato sera ma è certo che quest'Italia non lascerà nulla d'intentato, malgrado i problemi di formazione per i continui infortuni e un tasso tecnico più che mediocre. L'arma in più è il carattere, il gruppo coeso e pronto a tutto che il ct ha saputo costruire, a propria immagine e somiglianza. Un marchio di fabbrica che Conte aveva dato alla Juventus ed è riuscito a inserire anche nel gruppo nazionale. Basta vedere lo show del ct in panchina, un dodicesimo uomo in campo.
Il dodicesimo uomo – Eder tira, De Gea respinge, Giaccherini si avventa sul pallone fermato dal portiere spagnolo e da Ramos ma Chiellini ci mette lo stinco e segna l'1-0. L'Italia esplode di gioia e in panchina Antonio Conte è incontenibile: salta, urla, si sbraccia per la gioia. Si arrampica persino in panchina come un capo ultrà rivolto alla curva per manifestare la sua felicità. E lo show si ripete a fine gara quando Darmian le mette in area per Pellè che gira e brucia De Gea per il 2-0 azzurro. In panchina le stesse scene, da trance agonistica, di un commissario tecnico che esulta come un tifoso, il primo tifoso di un'Italia in cui ha creduto (solo) lui.
L'Italia dei soldatini – Perché Antonio Conte è riuscito nell'intento di dare una personalità a questa squadra. Magari non un gioco entusiasmante, magari non qualitativamente all'altezza della situazione e degli avversari, magari tecnicamente limitata negli uomini e nelle scelte. Eppure, una Nazionale di ‘cagnacci' che non mollano mai la presa se non quando l'avversario di turno non è domato. Lo si è visto contro il Belgio dove il gap tecnico era evidente, lo si è rivisto contro la Spagna che a calcio sa giocare e bene. L'Italia dei Parolo, Thiago Motta, Sturaro e Giaccherini ha messo in riga i primi del ranking e i campioni in carica d'Europa.
Un Europeo già vinto – Un capolavoro firmato Conte che ha manipolato il gruppo plasmandolo a propria immagine. Nessuna stella cui aggrappare le proprie speranze (si potevano richiamare i vari Pirlo e Totti), ma solo giocatori funzionali al progetto. Quindi a casa i Bonaventura, i Jorginho davanti agli infortuni di centrocampo (Montolivo, Verratti, Marchisio) dentro i ‘soldatini' più fidati per una squadra operaia nell'animo e nei mezzi. Capace fino ad oggi di arrivare in paradiso. Magari l'avventura finirà contro la Germania di Loew, ma Conte ha vinto già il suo Europeo, l'ultimo visto che è da tempo promesso sposo del Chelsea. Il ct arrivava in Francia tra lo sdegno e la sfiducia collettiva, di un dimissionario cui interessava poco o nulla dell'ultima avventura in azzurro. Arrivava subissato dalle critiche per convocazioni incomprensibili, dove ha preferito profili bassi ad altri più importanti e di qualità. Ha messo però tutti in riga, dal primo all'ultimo. Obbligando le punte a ripiegare fino in area, i difensori a uscire palla al piede e testa alta, i centrocampisti a correre il triplo in ogni parte della mediana. Contro la Germania sarà battaglia. E show. Di Conte.