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Toni: “Il Mondiale il ricordo più bello, non pensavo di fare tanti gol”

L’attaccante del Verona, vicino al ritiro dall’attività, ha lanciato un messaggio ai giovani: “Serve tanto sacrificio. Io sono partito da un paesino sulle colline modenesi e ho vinto i Mondiali”, e ha svelato com’è nata la sua famosa esultanza.
A cura di Alessio Morra
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Luca Toni a fine campionato potrebbe appendere le scarpette al chiodo. E prima di lasciare la Serie A l’attaccante ha fatto il bilancio della sua carriera, che non si aspettava fosse così luminosa, e che ha avuto due momenti meravigliosi: la vittoria del Mondiale in Germania nel 2006 e il successo nella classifica dei cannonieri dello scorso anno, avvenuto a trentotto anni:

Non mi aspettavo di fare così tanti gol, sono entrato nella storia della Serie A come capocannoniere più anziano. Il successo più bello è stato il Mondiale. Ho avuto la fortuna di essere in quel gruppo ed è una grande soddisfazione aver raggiunto il tetto del mondo.

Toni, che è passato alla storia anche per il suo famosissimo gesto dell’orecchio, che è nato ai tempi di Palermo, ha scelto anche i gol più significativi della sua carriera in campionato:

Il gesto dell’orecchio è nato a Palermo, a cena con alcuni compagni. Uno di loro ha fatto questo gesto con la mano e quando ho segnato l’ho fatto anche io, poi per scaramanzia me lo sono portato dietro per tutta la carriera. Mi fa piacere vedere anche che tanti bambini che mi riconoscono per questa esultanza. I gol più belli della mia carriera? Sicuramente il primo realizzato in Serie A, poi il trecentesimo gol segnato in carriera, a Udine con la maglia del Verona.

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Nell’intervista rilasciata a Laura Barriales per ‘Total Italian Football’ l’attaccante emiliano ha anche raccontato un aneddoto sul passaggio di Pazzini al Verona:

Nel giorno del battesimo di mio figlio ho invitato il presidente e Pazzini e abbiamo fatto una foto io e Pazzini, quella foto l’abbiamo mandata all’allenatore. E Mandorlini ci ha risposto che sarebbe stata una bella coppia d’attacco e così credo sia cominciata questa storia.

Infine da un buon padre di famiglia l’attaccante del Verona ha lanciato un messaggio significativo nei confronti di tanti giovani che sognano di diventare calciatori:

L’unica cosa che posso dire è che serve tanto sacrificio: io sono partito da un paesino sulle colline modenesi e sono arrivato a vincere la Coppa del Mondo. Non andrà bene per tutti, ma facendo sport nella vita vinci comunque.

 
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