Thohir ha convinto Moratti: il 75% dell’Inter, in cambio di 300 milioni di euro

Finale di stagione. Come nei migliori telefilm e nelle più seguite serie televisive, anche la storia tra Thohir e l'Inter potrebbe essere giunta all'ultima puntata, quella ricca di colpi di scena, rivelazioni e un finale inaspettato. Perchè se è vero che qualche settimana fa sembrava impossibile che Moratti lasciasse la maggioranza al magnate indonesiano, adesso ritorna prepotentemente la possibilità di vedere come nuovo socio forte proprio Eric Thohir il tycoon asiatico che ha messo sul piatto una cifra importante che sfiora i 300 milioni di euro. Ma andiamo per ordine.
Le tappe della trattativa
Prima parte: l'offerta dall'Indonesia – Moratti si era irrigidito alla prima offerta dove la percentuale era più o meno quella attuale ma il capitale d'ingresso era molto basso, visto che si parlava di un 80% per circa 260-270 milioni di euro. E ha fatto bene, il presidente nerazzurro che nella proposta iniziale non era nemmeno contemplato il suo eventuale ruolo all'interno di quella società che prima con papà Angelo, poi con lui alla guida, ha scritto pagine memorabili del calcio italiano e internazionale, diventando un "affare di famiglia". Così, nella prima serie della telenovela, si è visto il presidente nerazzurro puntare i piedi ed indispettirsi per questo uomo d'affari indonesiano che si pavoneggiava sfruttando il nome "Inter" tra interviste e social network, beandosi di una improvvisa notorietà per meriti altrui.
Seconda parte: le condizioni da far accettare – Troppo clamore attorno ad una vicenda delicata. Dopo il fallimento della trattativa con i cinesi che avevano sedotto e abbandonato Moratti nel giro di una estate, un secondo rifiuto sarebbe stato eccessivo. E per l'amor proprio e – soprattutto – per il brand nerazzurro che avrebbe subito una picchiata d'immagine verso il basso difficilmente recuperabile, visti anche i tanti problemi economici insiti nell'azienda. Così, inizia la seconda fase, pretesa da Moratti: fari spenti, nessuna dichiarazione, lavoro in mano a consulenti e avvocati. Tanto che il presidente, ufficialmente dice anche che la trattativa non si farà, che Thohir è più lontano di quanto non si creda. Che sui giornali "si leggono troppe cose che non corrispondono alla verità". Depistaggi. Logici e doverosi. Intanto i consulenti nerazzurri vanno a trovare Thohir nel proprio quartier generale indonesiano, toccano con mano la grandezza del suo impero ma soprattutto verificano le reali intenzioni del magnate. E ritornano con dei report più che positivi.
Terza fase: il prezzo giusto e gli obiettivi definiti – Difficile trovare lati negativi all'entrata societaria di Thohir all'Inter. L'importante, però, è che la trattativa venga gestita dall'entourage nerazzurro senza interferenze esterne. E qui inizia l'ultima parte, l'attuale, della trattativa. Moratti detta le condizioni: lui resterà l'uomo forte in società con la carica presidenziale che non si discute. Così come i suoi uomini più fidati non verranno toccati. Nessuna questione tecnica da discutere, la scelta è stata fatta su Mazzarri e le idee al riguardo sono già state chiarite. I punti fermi su cui l'intervento, soprattutto economico, di Thohir dovrà lavorare sono il mercato (per omaggiare i tifosi), le casse societaire (per rientrare nel Fayr Play Finanziario visto che la società è già in sanzione), lo stadio nuovo (partendo però dalla riqualifica di San Siro). Le quote? Relative: 10, 20, 50, 70% non è un problema, basta che la liquidità sia congrua alla percentuale. E 300 milioni per il 75% è considerato un ottimo biglietto da visita. Con cui passare alla cassa.