Terremoto a Ischia, il Napoli accoglie e ospita il piccolo Ciro
"Pensavo di essere morto e ho avuto paura di non farcela". Sono state queste le prime parole di Ciro, il ragazzino 11enne rimasto intrappolato sotto le macerie dell'edificio crollato a Casamicciola (Isola d'Ischia) per il terremoto e poi tratto in salvo dai Vigili del Fuoco. "Sono salvo e questa è la prova che Dio esiste", ha raccontato l'adolescente nel descrivere quei momenti terribili. Il boato, la casa che cede, il fragore della frana poi il buio totale… fino a rivedere la luce quando i pompieri lo hanno estratto da quel budello di cemento e detriti che gli ha fatto da guscio e lo ha protetto.
Il Napoli e il presidente Aurelio De Laurentiis, informati della tragedia avvenuta a Ischia, alla vigilia del ritorno dei playoff di Champions contro il Nizza, avevano chiesto alla Uefa (la Federazione disse di no) di giocare con il lutto al braccio in segno di cordoglio per le vittime (due) e il dolore delle famiglie, di solidarietà nei confronti della popolazione colpita dal sisma, avvenuto quasi a un anno esatto dal terremoto che squassò il Centro Italia. A fine match il tecnico, Sarri, rivolse il primo pensiero "alla gente di Ischia, questo successo è dedicato a loro".
L'abbraccio del Napoli a Ciro. La società partenopea, però, ha voluto fare di più: Ciro, tifoso degli Azzurri, sarà allo stadio San Paolo per assistere a una partita della squadra. Il club lo inviterà anche al centro tecnico di Castel Volturno (quartier generale della formazione campana) per assistere a un allenamento, incontrare i calciatori, ricevere autografi e scattare qualche foto di rito.
Cosa è accaduto lunedì scorso. A Ischia la scossa di terremoto 4.0 delle 20.57 di lunedì 21 agosto ha causato la morte di due persone. Il sisma ha provocato diversi cedimenti parziali, oltre al crollo di un edificio a Casamicciola.