Tempo scaduto, la Steaua Bucarest cancellata in tribunale
La Steaua Bucarest non c'è più. La società diretta dal presidente Gigi Becali e protagonista nella prima divisione ha perso la battaglia legale in tribunale contro la causa che aveva sollevato il Ministero della Difesa. Quel nome non potrà più essere utilizzato e il massimo dirigente potrebbe essere costretto (in base alle richieste della parte querelante) a pagare anche una penale di 37 milioni di euro per aver indebitamente utilizzato la denominazione del club negli ultimi 13 anni. Cosa succederà adesso? Vicenda legale a parte, la Steaua non scomparirà del tutto ma ripartirà dalla quarta divisione: "quella vera", ribadiscono fonti minesteriali, verrà affidata a Marius Lacatus, ex attaccante della Fiorentina e potrà contare su un discreto seguito di sostenitori.
Come si è arrivati al redde rationem? La società ha perso la causa che dal 2011 la vedeva in controversia giudiziaria con il ministero della Difesa: l'accusa era di essersi appropriata senza averne diritto dal 2004 del marchio Steaua. L'Alta corte romena ha così deciso che venisse cancellata la registrazione del nome Steaua, fondata nel 1947 quale squadra dell'esercito (come spesso capitava negli Stati aderenti al Patto di Varsavia e nell'orbita dell'ex Unione Sovietica). E con essa, oltre al nome, venne anche ribadito il divieto di utilizzare i colori sociali e lo stemma storici.
Tutto questo accadeva nel 2015 quando, alla vigilia di un impegno di Europa League, il club della famiglia Becali e il Ministero della Difesa trovarono un accordo onde evitare che in Coppa ci fosse grande imbarazzo: venne concessa una piccola dilazione temporale – fino al 15 dicembre – così da evitare problemi con i vertici del calcio internazionale. Dopo 67 anni di vita, 25 titoli nazionali, 21 Coppe di Romania, 6 Supercoppe nazionali, una Supercoppa europea e una Coppa dei Campioni nulla resta se non il ricordo dei tifosi.
