Telenovela Buffon, il futuro è un rebus: “Finché avrò voglia di soffrire andrò avanti”
Cercare una risposta definitiva tra le righe delle sue dichiarazioni, è ormai diventato l'obiettivo principale di tutti i tifosi della Juventus e non solo. Gigi Buffon, uno dei più grandi protagonisti del calcio di questi ultimi anni, non ha ancora ben chiaro quale sarà il suo futuro al termine di questa stagione. Dopo aver compiuto 40 anni, e aver fatto capire che questo avrebbe potuto essere il suo ultimo campionato, il numero uno bianconero è tornato su quella che sarà la sua decisione più difficile: il ritiro dal calcio giocato.
"Quando smetterò? Le motivazioni sono tutto. Finché avrò voglia di soffrire, di combattere, andrò avanti – ha spiegato Buffon, a margine della serata che lo ha visto ospite del fondatore di "Eataly"nella tenuta di Fontanafredda a Serralunga d'Alba – Dopo la passione, che mi ha motivato nei primi anni mi sono posto l'obiettivo della sfida, di combattere per un obiettivo sempre più grande. Dovrò capire, insieme alla società, a che livello di energie sarò e se potrò continuare oppure no".
La tranquillità di Gigi
In attesa di capire se Di Biagio, attuale commissario tecnico della Nazionale, deciderà di convocarlo per le prossime due amichevoli degli Azzurri, Buffon ha chiarito il suo stato d'animo a poche settimane dalla decisione definitiva: "La cosa che mi fa stare sereno è il fatto che, qualunque sia il mio futuro, mi sento molto tranquillo e gratificato per quello che è stata la mia carriera e per quello che penso di aver dato al Parma, alla Juve, alla Nazionale, al calcio. E di averlo fatto con estrema serietà e altruismo, mettendo davanti il bene del gruppo".
Dopo aver applaudito l'accoglienza dei tifosi della Fiorentina, in occasione della sua presenza ai funerali di Davide Astori, il portiere bianconero ha poi ricordato per l'ennesima volta la figura dello sfortunato difensore viola: "Era un ragazzo eccezionale, un antidivo e sono contento che in questa settimana è stato innalzato il suo nome e la percezione che si ha di lui, perché se l'è meritato".