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Tavecchio, lettera alla FIFA: “Pronti a sperimentare nuove tecnologie nel calcio”

Il presidente federale in prima linea dopo le feroci polemiche seguite a Juventus-Roma.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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L'Italia è pronta a sperimentare la tecnologia nel calcio: l'annuncio arriva direttamente da Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, fresco di squalifica di sei mesi da parte dell'UEFA per le sue frasi razziste rivolte agli stranieri "mangiabanane". In una lettera inviata alla FIFA, il presidente federale ha dunque manifestato l'interesse concreto della Federazione Italiana Giuoco Calcio a mettersi in prima linea per la sperimentazione delle nuove tecnologie che possano aiutare gli arbitri. Una scelta forse dettata anche dal particolare momento del calcio italiano, con le feroci polemiche che sono seguite a Juventus-Roma, terminata 3-2 sul campo ma condizionata datre rigori, tre espulsioni e un mare di polemiche, tra accuse dirette ed indirette, illazioni e gli spettri della sempre attuale (e presunta) "sudditanza psicologica" degli arbitri.

Il comunicato della FIGC

"Al termine della riunione odierna del Comitato di Presidenza, il presidente della FIGC Carlo Tavecchio ha inviato una lettera al presidente della FIFA Joseph S. Blatter, mettendo a disposizione l’Italia per un’eventuale sperimentazione sulla tecnologia in campo nelle forme e nelle tempistiche che saranno valutate dalla stessa FIFA e dall’International Board. Dando seguito a quanto anticipato nei giorni scorsi, la Federcalcio ha interpretato tra le proprie priorità quella di essere strumento per lo studio dell’utilizzo di mezzi tecnologici che consentano di tutelare la centralità e la credibilità dell’arbitro, garante in campo della corretta applicazione delle regole del gioco. “La FIGC – dichiara Tavecchio – intende impegnarsi con crescente intensità per tutelare le tradizioni del gioco del calcio, ma al tempo stesso per favorire un’opera di modernizzazione che consenta al nostro amato sport di continuare a vincere le sfide globali del consenso e della partecipazione popolare".

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