Suning e i diritti televisivi: dopo la Bundesliga, Zhang Jindong punta alla Serie A

Dal calcio giocato a quello trasmesso in televisione. Zhang Jindong, patron del gruppo Suning, è alle prese con la scalata al calcio europeo, e dopo aver messo le mani sull'Inter si è fiondato anche sul mercato dei diritti televisivi. Per il gruppo di Nanchino, in realtà, non è una novità. Negli scorsi mesi, infatti, il colosso orientale dell'informatica è riuscito ad accaparrarsi prima il campionato spagnolo (successivamente trasmesso su megaschermi nelle principali città cinesi), poi anche la Premier League inglese grazie ad un'offerta da paura: 700 milioni di euro per tre stagioni. Il prossimo passo dell'azienda di Nanchino, dopo il recente esborso di 250 milioni di dollari per l'acquisizione dei diritti televisivi anche della Bundesliga, è dunque il massimo campionato italiano. Non appena saranno varate le nuove norme per le vendita dei diritti tv della Serie A, il gruppo Suning entrerà infatti in scena con tutta la sua forza economica.
L'obiettivo del gruppo Suning
Se davvero Suning riuscirà a vincere l'asta per i diritti italiani, il calcio di casa nostra andrà inevitabilmente incontro a scelte mirate per il mercato cinese. Una su tutte: la diversa collocazione oraria di alcuni big match (come è già successo per il prossimo derby di Milano), in modo da favorire il telespettatore orientale e dargli la possibilità di mettersi davanti al teleschermo per godersi lo spettacolo. L'obiettivo di Suning, è però molto più ampio. Dopo aver rilevato il club nerazzurro da Thohir e Moratti ed essere entrata in maniera prepotente nel mercato dei diritti televisivi, la società cinese vorrebbe allargarsi fino alla costituzione di agenzie che seguono calciatori e allenatori, di centri giovanili di allenamento e di società di vendita online di prodotti legati al mondo del pallone. Un business dalla portata incredibile che, solo in Cina, potrebbe coinvolgere circa 500 milioni di tifosi.