Strage di Manchester, parla Pogba: “Uccidere è una pazzia, questo non è l’Islam”
Prima hanno colpito Parigi, dove è nato e cresciuto tirando calci nelle banlieu, poi sono passati a terrorizzare e a colpire innocenti nella sua Manchester. Gli attentati terroristici rivendicati da presunti estremisti dell'Islam, non hanno lasciato indifferente Paul Pogba. In una lunga intervista rilasciata a "Esquire", il centrocampista dello United ha condannato con forza l'ultima azione terroristica: la strage del 22 maggio scorso alla Manchester Arena. "L'attentato è stato un momento molto difficile per Manchester – ha esordito l'ex Juventus – ma questa città non può arrendersi, non possiamo lasciarli vincere. Dobbiamo lottare, e anche se le cose tristi accadono non bisogna smettere di vivere. Nessuno può uccidere un altro essere umano e in questo la religione non c'entra nulla. Questo non è l'Islam e lo sanno tutti, non solo io".
La scomparsa del padre e i tre trionfi con Mou
Dopo essersi definito un "musulmano triste", a causa delle vittime dell'attentato, Paul Pogba è tornato sulla scomparsa di suo padre: arrivata qualche giorno prima dell'esplosione al concerto di Ariana Grande. "Quando è morto ho capito che la vita va goduta fino in fondo, perché scorre via veloce e in un attimo non ci sei più – ha spiegato il francese – Mio papà era un uomo molto forte, anche molto testardo ma era un uomo buono e divertente e sono orgoglioso di essere suo figlio. Una fidanzata? Non ho tempo per una ragazza fissa, la mia mamma è la mia ragazza, anche se spero un giorno di avere dei figli e una moglie. Quando sarà il momento troverò la donna giusta". L'ultima battuta è per i detrattori dello United: "C'è chi dice che non abbiamo giocato bene e che siamo la peggiore squadra del mondo – ha concluso – Accetto le critiche, ma ricordo che abbiamo vinto tre trofei e che questo è tutto ciò che conta. Puoi essere la migliore squadra del mondo, puoi giocare un grande calcio ma se non vinci poi chi ti ricorda?"