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Sterling: “In campo sono un guerriero. E ascolto in consigli di mamma”

A poche ore dal fischio d’inizio del match contro il Napoli, l’attaccante inglese si è confidato al sito dell’Uefa: “Nel clima ostile del San Paolo, dimostreremo di essere dei veri combattenti”.
A cura di Alberto Pucci
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Nel match d'andata, finito con una vittoria della sua squadra, aveva lasciato il segno con il gol del momentaneo vantaggio. Ora aspetta la battaglia del San Paolo: lo stadio dove ha giocato e vinto Diego Armando Maradona. Raheem Sterling sarà uno dei protagonisti principali della sfida contro il Napoli di Maurizio Sarri: una partita importante per le ambizioni di entrambe le squadre.

L'attaccante 22enne di Pep Guardiola, in un'intervista concessa al sito dell'Uefa, ha parlato dell'imminente sfida di Fuorigrotta: "Non vedo l'ora di giocarla – ha esordito il giocatore inglese – Quando scendi in campo in uno stadio dove l'atmosfera è così "ostile", allora hai l'opportunità di dimostrare di essere un vero guerriero, un vero combattente. La stoffa di un giocatore si vede in questo tipo di partite".

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Il sostegno della famiglia

Vincere contro la squadra di Sarri, vorrebbe dire per i "Citizens" guardare già oltre la fase ai gironi: "Per noi sarà un test molto importante e non vediamo l'ora di affrontarlo, perché il nostro obiettivo principale è la conquista della Champions League – ha continuato Steerling – Per riuscirci dovremo essere cinici e spietati sotto porta, perché nel calcio di oggi, soprattutto in questa competizione, se fallisci una chance l'avversario ti punisce subito".

Dopo aver spiazzato tutti rivelando qual è stato il suo giocatore di riferimento ("Quando ero nelle giovanili del QPR, ammiravo molto Adel Taarabt. Era bellissimo stare a guardarlo"), Raheem Sterling ha rivelato quanto sia stata importante per la sua crescita professionale il sostegno di sua madre: "Lei ha fatto tanti sacrifici per me – ha concluso il nazionale britannico – Ancora oggi continua ad incoraggiarmi e a sosteneremi, certe volte anche troppo, soprattutto dopo le partite. Di solito aspetto il giorno successivo per chiamarla, perché spesso pensa di essere lei quella che gioca a calcio e non io".

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