Stefano Pioli obiettivo per la panchina del Napoli
Il ‘malpancismo' di Mazzarri non è una novità. La sua esperienza col Napoli si concluderà a fine stagione, sempre che non rinnovi l'accordo con la Società. Le avvisaglie vanno in direzione opposta: ci ha provato anche qualche anno fa, quando sulla bocca di mezza Italia pallonara (l'altra metà, quella dietro le quinte, ne conosceva già i dettagli) c'era la notizia di un suo possibile passaggio alla Signora, che aveva bisogno di riscattarsi dopo il disastro dell'era Delneri. Anche allora ci fu la manfrina odierna, solo che cominciò più tardi. L'affare andò a monte: Conte a guidare un branco di zebre, lui (vincolato ancora dal contratto) sempre in groppa a un ciuccio. Adesso sulle sue tracce ci sono l'Inter e la Roma, due squadre chiamate alla rifondazione. Lui, per ora, nicchia e aspetta. Il Napoli, no. Si cautela e fa bene.
Toto allenatore. La linea dei partenopei, quella di favorire l'inserimento dei giovani talenti, è nota: con Mazzarri, però, non sempre ha funzionato. Il tecnico s'è adattato ma non ha mai gradito abbastanza: la sua preferenza era (ed è) per i calciatori ‘fatti'. I panni del demiurgo gli vanno stretti. E allora l'identikit porta alla figura di Stefano Pioli, che al Bologna ha dato un ‘anima e un gioco per certi aspetti simile al Napoli attuale: difende a tre, predilige le due punte e un rifinitore alle spalle (come Diamanti). Sotto i riflettori ci sono pure Rolando Maran – autore del miracolo Catania -, Guidolin e Delio Rossi (vicino, però, al rinnovo con la Samp).