Squalificata e poi licenziata, che stangata per Hope Solo
Quelle parole pronunciate subito dopo l'eliminazione degli Usa dal torneo di calcio femminile sono costate care al portiere Hope Solo. Aveva definito "un branco di codarde" le avversarie che, attuando una tattica molto difensiva, avevano rinunciato a giocare sfruttando una delle pochissime occasioni capitate nel corso del match. Alle scandinave la qualificazione alle statunitensi il rammarico per aver avuto il pallino del gioco in mano senza riuscire a chiudere la gara. La rabbia e l'amarezza giocarono un brutto scherzo all'estremo difensore americano, licenziato dalla Federazione che ha scelto la linea dura per censurare quell'atteggiamento ritenuto anti-sportivo.
Oltre alla squalifica di 6 mesi è arrivata anche la ‘mazzata' a corredo del provvedimenti disciplinare: i vertici del soccer femminile hanno scelto di interrompere il suo rapporto con la Nazionale: "I suoi commenti sono inaccettabili e non corrispondono a quello che ci aspettiamo dalle giocatrici", ha ammesso il presidente della Federazione americana, Sunil Gulati. La replica di Hop Solo non s'è fatta attendere, il portiere s'è detto pentito e adesso attende un gesto di distensione.
Per 17 anni ho dedicato la mia vita alla nazionale femminile USA e ho svolto il mio lavoro con passione, tenacia e grande dedizione per essere il miglior portiere al mondo, non solo per il mio paese, ma per elevare lo sport per le nuove generazioni di atlete. Sono profondamente dispiaciuta della decisione presa dalla Federazione. Non potrei essere l'atleta che sono senza essere la persona che sono. Per tutta la mia carriera ho sempre solo voluto il meglio per questa squadra e continuerà a lottare per questa causa con la stessa passione con cui gioco le partite.