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Spagna-Italia: la finale di Euro 2012, dalla A alla Z

Il giorno del giudizio azzurro, è arrivato, Ancora poche ore e conosceremo il verdetto di una finale che, per certi versi, non era stata preventivata. Proviamo ad analizzare, dalla A alla Z, tutti gli spunti (più o meno tecnici) che la sfida decisiva di Euro 2012 ci offre.
A cura di Alberto Pucci
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Stadio Olimpico di Kiev

A come azzurro: il colore del cielo di Berlino, dopo l'ultimo rigore di Grosso. Era il 2006 e l'Italia di Marcello Lippi, contro ogni pronostico, vinceva il mondiale tedesco. Marco Civoli, telecronista RAI di quella finale, rese omaggio al trionfo inventando la celebre frase, rimasta nella storia della televisione italiana, insieme al "Campioni del mondo" di Nando Martellini. L'Italia intera, attende il bis: dal campo e dai microfoni di "mamma RAI". In questo caso, saremmo anche disposti a perdonare e dimenticare le telecronache surreali con le quali la nostra televisione di stato, ha commentato l'evento continentale.

B come Balotelli: il giocatore copertina di questa nazionale, l'uomo più "paragonato" di questi ultimi giorni. Prima a Gigi Riva, poi a Paolo Rossi, infine all'incredibile Hulk. Dato che non ha niente dei due giocatori in questione, men che meno del super eroe verde, abituiamoci a chiamarlo semplicemente Balotelli. Da Brescia a Kiev, passando per Manchester City: il giro di Mario, il "nero padano" (citazione colta dell'onorevole Borghezio, uno abituato a dichiarazioni eleganti), sembra solo all'inizio. Se metterà la testa a posto, di strada ne farà davvero tanta!

C come Cucchiaio: l'ormai celebre calcio di rigore, con il quale Pirlo ha beffato John Hart, portiere dell'Inghilterra. Il cucchiaio di Andrea, rimarrà una fotografia indelebile di questo Euro 2012. Un gesto tecnico tanto apprezzato, quanto imitato, che ha trovato seguaci anche in altre squadre. La finale di questa sera, mette di fronte Pirlo e Sergio Ramos, che nella sfida contro il Portogallo, ci ha mostrato una versione spagnola della famosa esecuzione.

D come Del Bosque: dirimpettaio del nostro c.t., è alle prese con la polemica per il mancato "biscotto" e con il dubbio se schierare tre attaccanti, dal primo minuto. Vigilia poco tranquilla, quindi, per uno dei più grandi allenatori europei che, paradossalmente, potrebbe anche rischiare di essere criticato per il cammino spagnolo in questa edizione continentale. Anche se dovesse tornare a casa a mani vuote, rimarrebbe comunque nell'olimpo del calcio iberico per la vittoria nel mondiale sudafricano.

E come elegante: uno dei tanti aggettivi usati per Andrea Pirlo che, dopo Balotelli e insieme a Buffon, risulta essere il personaggio più "twittato" della rosa italiana. Potenza della rete (intesa come internet) e frutto di una classe che giustificherebbe il famoso Pallone d'oro. Per evitare di fare la fine di altri giocatori azzurri che, negli anni passati, avrebbero meritato il premio (Baresi e Maldini, tra i tanti), serve un'altra vittoria importante, dopo quella del 2006. E' giunto il momento di unire l'utile, al dilettevole!

Cesc Fabregas

F come Fàbregas: l'uomo in più dello squadrone spagnolo. Lasciato in panchina da Del Bosque, nella semifinale contro il Portogallo, Fabregas ha avuto il merito (e la fortuna) di siglare il rigore decisivo e di staccare il biglietto per la finale di Kiev. Questa sera potrebbe partire dall'inizio e aiutare un reparto offensivo che, fino ad ora, ha entusiasmato solo con la povera Irlanda del Trap, sotterrata di gol nella fase a gironi.

G come Giovinco: doveva, e poteva, essere il suo Europeo, invece Prandelli gli ha regalato, fin qui, soltanto 32 minuti di gioco (25 con la Spagna e 7 contro la Croazia).

“ Pirlo e Xavi, sono i fari delle due squadre, due grandi interpreti del ruolo! ”
Vicente Del Bosque
Un pò poco, per la "Formica atomica", chiusa da Antonio Cassano e da un modulo vincente che, difficilmente, potrà essere cambiato. Il ritorno alla Juventus e la prossima vetrina Champions, potrebbero aiutarlo a conquistare definitivamente un posto in squadra. Per il momento, tifa dalla panchina insieme agli altri: sempre meglio che stare davanti alla televisione!

H come Hotel: il nome (Turowka) non è granchè ma, l'ambiente, a quanto pare sembra sia quello giusto. L'hotel che ospita gli azzurri, nei giorni scorsi, è stato preso d'assalto dai tifosi italiani e polacchi (tiferanno per noi, nella finale di questa sera), che si sono dati appuntamento sotto all'albergo per salutare e incitare i "nostri". Il Turowka, inoltre, è stato il punto di partenza (notturno) dei pellegrinaggi di Prandelli e del suo staff.

I come Ignazio e come Iniesta: così vicini, così lontani. Ignazio Abate, è stata la piacevole scoperta di Prandelli, nella seconda partita azzurra del girone. Non era in campo contro la Germania, potrebbe esserci stasera. Lui, Iniesta, ci sarà (purtroppo) sicuramente. Il talento del Barcellona sarà uno dei protagonisti principali, insieme agli altri centrocampisti della Spagna. Sarà, infatti, in quella zona di campo che si deciderà la sfida. Marchisio e De Rossi, sono pronti a dare battaglia.

J come Juventus: il club che ha "prestato" più giocatori a questa nazionale. Anche in questa edizione, il "blocco" bianconero ha contribuito notevolmente all'ascesa della squadra di Cesare Prandelli. Otto giocatori in rosa, di cui cinque o sei in campo anche stasera: come per la finale del mondiale tedesco, anche a Kiev la colonna vertebrale della squadra sarà juventina.

K come Kiev: la città della finale. Questa sera si giocherà ancora nello stadio olimpico della città. Costruito nel 1923, e ristrutturato quattro volte nel corso degli anni, l'impianto ha già ospitato, nel 1980, alcuni incontri di calcio, della XXII olimpiade. E', ovviamente, la casa della Dinamo Kiev di Andriy Shevchenko e la principale struttura dove gioca la nazionale ucraina.

L come lealtà: poteva passare alla storia come l'Europeo del biscotto, invece, grazie alla sportività e alla lealtà di spagnoli e croati, il pericolo è stato scongiurato. Ora che la fine di Euro 2012 è vicina, possiamo dirlo: questi europei si sono svolti all'insegna del fairplay. Poche le sanzioni disciplinari, pochissime le polemiche, in campo e fuori. L'unica svista, il gol non convalidato all"Ucraina nella sfida contro l'Inghilterra. Un errore che, con l'aiuto della tecnologia, si sarebbe potuto evitare. E' ora che Blatter e Platini si decidano a risolvere il problema.

Mario Balotelli

M come mamme: quelle di tutti i tifosi italiani, quella di Mario Balotelli. Altro che le "Wags", sono le mamme, specialmente quella del nostro attaccante, ad essere in pirma pagina sui giornali sportivi. L'abbraccio tra "Balo" e la madre adottiva, subito dopo il fischio finale di Italia-Germania, ha fatto il giro del mondo. Epilogo milgiore, alla semifinale azzurra, non si poteva trovare.

N come Napolitano: il nostro primo tifoso. Contrariamente a Monti, lui il calcio preferisce guardarlo piuttosto che fermarlo. Era in tribuna all'esordio, ci sarà anche stasera per seguire da vicino gli azzurri. L'augurio di tutti i tifosi è che, ad un certo punto, possa alzarsi in piedi ed esclamare: "Non ci prendono più!"

O come Ogbonna: l'unico giocatore granata, in una nazionale tutta (o quasi) bianconera. Orgoglio della tifoseria del Torino e futuro di questa nazionale, Ogbonna (inseme a Balotellli e molti altri) è anche il simbolo di un paese che, sempre più, si sta aprendo verso un'integrazione etnica totale. Uno schiaffo al razzismo, da sempre combattuto con forza dai vertici dell'Uefa.

P come Prandelli: snobbato, criticato e infine, osannato e ricercato da tutti. Dura la vita del "nostro" Cesare Prandelli che, nei giorni scorsi, ha manifestato nuovamente il suo malcontento. A questo punto, comunque vada, pare inevitabile un divorzio dalla panchina azzurra. Troppo stress, finisce per spegnere la passione delle persone. Ne sanno qualcosa Arrigo Sacchi, Dino Zoff e Marcello Lippi. Speriamo, almeno, che Prandelli saluti tutti come ha fatto il tecnico di Viareggio: vincendo!

Q come quantità e qualità: i due elementi distintivi della cavalcata azzurra, in questo Euro 2012. Se questa squadra ha stupito tutti, lo si deve soprattutto alle caratteristiche messe in mostra nel quarto di finale e nella partita contro la Germania. "Continuando così, arrivereremo lontano", aveva detto Prandelli che, forse, mai immaginava di arrivare in finale.

R come rigori: la tortura preferita dal tifoso italiano. Sin dai tempi di Cabrini, e del suo famoso rigore calciato fuori al Bernabeu, abbiamo sempre avuto un rapporto di odio/amore con i tiri dal dischetto. Ultimamente, la "Dea bendata" è sempre rimasta dalla nostra parte: speriamo di non doverla coinvolgere anche questa sera.

S come Spagna: insieme alla Francia e alla Germania, la nostra rivale storica. I precedenti sorridono a noi. Su 30 gare disputate tra ufficiali e amichevoli, ci sono state 10 vittorie per l' Italia, 12 pareggi e 8 vittorie per la Spagna (quasi tutte, però, in amichevole). L'ultima e unica vittoria della Spagna in una partita ufficiale, escludendo quella ai rigori di Euro 2008, risale addirittura al 2 settembre del 1920, ai giochi olimpici di Anversa.

Fernando Torres

T come Torres: l'attaccante di peso, al quale si aggrappa Del Bosque. Qualche anno fa sarebbe partito titolare in ogni partita, oggi deve sgomitare per cercarsi un posto dal primo minuto. E' dura per "El Nino" Torres, forse l'unica vera punta di peso (e di qualità) del gruppo spagnolo. Il c.t. iberico, lo ha schierato dall'inizio (e poi sostituito) solo nella sfida contro l'Irlanda e contro la Croazia. Pochi minuti di gioco, comunque sufficienti per mettere la sua firma su questo europeo.

U come Ucraina: insieme alla Polonia, il paese ospitante di questa edizione. Nonostante i problemi organizzativi iniziali e le relative tensioni scaturite, tutto è filato alla perfezione e Michel Platini, prima di lanciarsi in proposte rivoluzionarie, ha voluto elogiare il lavoro dei due paesi: "Polonia e Ucraina hanno organizzato un torneo eccezionale, che resterà nella memoria". Egoisticamente parlando, speriamo rimanga nella memoria dei tifosi italiani, per ben altro motivo.

V come vittoria: il sogno costante, di tifosi e giocatori azzurri. Soltanto questa sera, sapremo se i nostri sogni di vittoria si saranno realizzati. Il cammino italiano, nonostante questa incognita, è comunque da elogiare a priori per l'impegno e la voglia con la quale, Buffon e compagni, hanno onorato la maglia azzurra.

X come Xavi: insieme ad Iniesta, il pericolo pubblico numero uno. Sarà interessante assistere al duello con Pirlo. Una sfida nella sfida, che rischia di diventare l'attrazione principale della serata. Dalle loro giocate e dalle loro invenzioni passerà, questa sera, il successo o l’insuccesso delle due squadre. Ci teme (e fa bene a farlo) anche perchè: "L’Italia ha cambiato il suo gioco, oggi non fa più il catenaccio".

Z come Zubizarreta: oggi direttore sportivo del Barcellona, ieri portiere della nazionale iberica. Fu proprio lui ad incassare il gol di Gianluca Vialli, a Francoforte nel 1988, durante l'edizione continentale di quell'anno. L'auspicio è che quella impresa, compiuta dai ragazzi di Azeglio Vicini, possa ripetersi anche questa sera.

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