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Spagna-Italia 1-0, Pedro castiga Prandelli e una squadra ancora in costruzione

Al “Vicente Calderon” battuta d’arresto per la squadra azzurra, parsa ancora indietro rispetto allo squadrone spagnolo.
A cura di Alberto Pucci
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Con il Mondiale distante ancora un centinaio di giorni scarsi, Cesare Prandelli ha "testato" la sua squadra in casa dei campioni del Mondo in carica. Novanta minuti che hanno testimoniato quanto sia lontano l'undici azzurro da quello iberico che, grazie ad un gol di Pedro, ha reso omaggio a Luis Aragones: icona del calcio spagnolo. L'amichevole del "Vicente Calderon" ha messo in mostra l'Italia che tutti (purtroppo) conosciamo, contro la "solita" Spagna. L'undici azzurro ha badato più a distruggere il gioco avversario che a costruire. Il contrario di ciò che hanno fatto le "furie rosse" che, con il loro "tiki taka", hanno spesso fatto girare la testa ai nostri giocatori. Le occasioni azzurre (il fortunoso palo in apertura di Cerci, la gran giocata di Osvaldo nel primo tempo e qualche mischia nella ripresa) sono state una goccia nel mare di azioni pericolose dell'avversario, che ha spesso approfittato di un'Italia troppo "bassa" e remissiva per questo tipo di partite.

Paletta e Cerci –  A convincere maggiormente, nella bolgia dell'arena spagnola (la stessa dove il Milan dovrà cercare l'impresa in Champions League), sono stati Gabriel Paletta ed Alessio Cerci. Il difensore del Parma, alla prima con la maglia azzurra, ha dimostrato di essere una valida alternativa agli intoccabili Barzagli, Chiellini e Bonucci. L'esterno del Torino, invece, ha saputo convincere ancora una volta grazie alla sua freschezza atletica e, soprattutto, al coraggio con il quale puntava (e spesso saltava) il suo marcatore. Dietro di loro, in pochi hanno offerto una prestazione sufficiente. Persino Buffon è parso non in serata quando, nell'occasione del gol di Pedro, si è buttato goffamente facendosi passare il pallone sotto il corpo.

L'orgoglio non basta – Il tempo stringe e Prandelli ha ancora molto da lavorare. Le ultime settimane di campionato sapranno dare le indicazioni definitive su chi scegliere e portare al Mondiale brasiliano. A preoccupare è più che altro l'indole difensiva della nostra nazionale che, anche contro la Spagna, si è rintanata nella propria metà campo aspettando lo squadrone di Del Bosque. A parziale scusante: le diverse assenze nella nostra rosa, l'ampio turnover e la poca confidenza con il gruppo di alcuni nuovi protagonisti. A meno di 100 giorni dal "kick off" di San Paolo, l'Italia di Prandelli sembra dunque ancora "under construction". Riuscirà il tecnico azzurro a completare l'opera entro il mese di Giugno? In attesa della risposta definitiva, consoliamoci con l'unico duello vinto dai nostri colori: l'azzurro della nostra nuova maglia era, infatti, decisamente più bello di quello "all black" dei nostri avversari.

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