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Spagna: morto Di Stefano, leggenda del Real Madrid

L’ex campione del Real, colpito da infarto, era ricoverato all’ospedale Gregorio Marañón di Madrid. Leggenda del calcio ‘blancos’ e internazionale, non ha mai giocato una gara in un Mondiale.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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di stefano del real madrid

Alfredo Di Stefano è morto. Ricoverato da sabato scorso in condizioni critiche all'ospedale Gregorio Marañón di Madrid, l'ex campione del Real Madrid e leggenda del calcio internazionale, 88enne, scompare dopo il malore che lo aveva colto proprio mentre si trovava nei pressi del Santiago Bernabeu. Colpito da infarto, le sue condizioni erano apparse subito molto gravi. La ‘saeta rubia' (‘freccia bionda') è rimasta in coma indotto per qualche giorno, poi il suo cuore non ha retto più. L'ex bandiera dei ‘blancos' non era nuova purtroppo a questi problemi cardiaci: già il 28 dicembre del 2005 era stata operata perché le impiantassero ben quattro by-pass dopo un colpo al cuore che ne aveva messo a repentaglio la vita il giorno prima di Natale. Da allora, si sottoponeva a frequenti controlli specialistici, vista anche l'età avanzata.

Mai un Mondiale. Di origini argentine, Di Stefano vincerà tutto a livello di club ma nel corso della lunga carriera non riuscirà mai a giocare una partita in un Mondiale né con la maglia della Seleccion Albiceleste né con quella della Roja che indossò una volta ottenuta la doppia cittadinanza. Il suo nome, però, è leggenda accanto a icone della tradizione calcistica come Gento e Puskas.

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La carriera della ‘saeta rubia' (freccia bionda). Nato a Buenos Aires nel 1926, era soprannominato ‘la saetta bionda' per le sue doti (velocità, rapidità d'esecuzione dell'azione) e naturalmente la capigliatura bionda che lo contraddistingueva in gioventù. Dopo aver giocato nel River Plate e fatto grandi i colombiani del Millionarios (4 stagioni, 3 titoli nazionali scanditi da 157 gol), sbarcò in Europa grazie al Real Madrid. Anno 1953, è da allora che il suo nome diventa leggenda: 396 presenze e 307 reti (di cui 52 nelle coppe europee in 64 partite), 11 stagioni durante le quali spinge le ‘merengues' a vincere per 8 volte la Liga e per 5 volte la Coppa dei Campioni (la metà dei trofei ottenuti dagli iberici che nell'ultima edizione della Coppa dalle ‘grandi orecchie' hanno raggiunto la tanto ambita ‘decima'). La sua avventura con la maglia dei ‘blancos' si chiude con una finale, questa volta persa, di Coppa dei Campioni: a Vienna (1964) il suo Real s'inchina (3-1) all'Inter del ‘mago' Helenio Herrera. Chiuse poi la carriera nell'Espanyol, dopo aver conquistato anche una Coppa del Re, un'Intercontinentale e due Palloni d'Oro (1957 e 1959). Con le Furie Rosse, collezionò 31 presenze e segnato 23 reti. Di Stefano vinse anche da allenatore tra Spagna (guidando il ‘suo' Real Madrid, Elche, Valencia, Rayo Vallecano, Castellon), Portogallo (Sporting Lisbona) e Argentina (Boca e River). Nel complesso mette in bacheca tre campionati (2 in Argentina, 1 in Spagna), 1 Supercoppa di Spagna e 1 Coppa delle Coppe conquistata con il Valencia.

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Messi, il più forte per Di Stefano. "Messi è il mio giocatore preferito, e può diventare migliore di me, Diego, Pelè e Cruyff. Leo è uno che calcisticamente mi affascina".

Soltanto un anno fa, Alfredo Di Stefano convolava a nozze con Gina Gonzalez, segretaria personale, una ragazza della Costa Rica di appena 36 anni: una decisione presa contro il parere della famiglia: "I miei figli saranno contrari, ma non mi importa. Non sono loro che decidono per la mia vita. Noi vogliamo solo stare insieme". Non uno che le manda a dire, insomma, Alfredo Di Stefano.

Quando fu eletto Papa Francesco, argentino come lo era lui in origine, disse: "Il Papa è probabilmente uno di quei ragazzini con i quali giocavo a pallone per strada. Organizzavamo partite tutti contro tutti, che andavano avanti finché non faceva buio". Insomma, una persona del popolo, prima che un calciatore.

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