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Spagna, caos sui diritti tv: “Pronti a bloccare la Liga”

Attualmente Real Madrid e Barcellona incassano quasi la metà dell’intera quota per i diritti tv della Liga: si punta ad una nuova legge su modello inglese.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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I diritti televisivi per il campionato spagnolo rischiano di portare allo stop del campionato. La ripartizione degli introiti è, da sempre, un argomento molto delicato a sud dei Pirenei: attualmente, infatti, quasi la metà dell'intera "torta" viene diviso tra Real Madrid e Barcellona, mentre alle altre diciotto squadre della Liga non resta che spartirsi le briciole. Quest'anno, ad esempio, la cifra totale dei diritti tv per la Liga ammonta a 784 milioni e 494mila euro: di questi, poco meno di 163 milioni sono andati al Real Madrid ed altri 160 e rotti al Barcellona, per un totale di 323 milioni e 566mila euro sui quasi 785 milioni complessivi. Quasi, appunto, la metà.

Il Valencia, terza squadra per introiti tv percepisce poco meno di cinquanta milioni, e già questo dato è indicativo. Segue l'Atlético con poco più di 45 milioni, quindi Siviglia e Villarreal a quota 32 milioni, assieme all'Athletic Club con i suoi 31 chiudono le prime sette piazze. Poi, è una gara a scendere: tutte le altre sono abbondantemente sotto i trenta milioni, e chiude la speciale classifica il Rayo Vallecano con appena 15 milioni di euro. Ma adesso le squadre di Liga non ci stanno più: la maggioranza chiede a gran voce una nuova legge sui diritti televisivi, e si dice disposta a fermare il campionato se non ci sarà un'apertura al riguardo.

"Siamo disposti a bloccare la Liga se il decreto legge sui diritti tv non arriva entro una o due settimane", ha detto Joan Collet, presidente dell'Espanyol, "ne abbiamo parlato durante l'ultima assemblea, e molti sono d'accordo. Se il governo non si muove noi bloccheremo il campionato". Si spera in una sorta di "modello inglese" anche per la Liga: vale a dire, un accordo da circa un miliardo di euro di cui la metà diviso equamente tra i venti club ed il resto in base all'entità economico-sociale delle squadre. Con una ripartizione del genere, un accordo da un miliardo di euro permetterebbe ad ogni club di avere una quota fissa pari a 25 milioni di euro. Una netta e più equa ripartizione soprattutto per i piccoli club.

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