Shearer-shock: “Se i colpi di testa causano demenza io sono soggetto a forte rischio”
Un colpo di testa di troppo e la memoria che se ne va. Potrebbe essere questo il reale problema che ha colpito più di 370 giocatori osservati a seguito di una indagine promossa dal ‘Mirror' secondo cui amnesie e demenza nei calciatori sarebbero i risultati di anni e anni di colpi di testa ad un pallone. Al momento, nessun riscontro medico che conferma l'ipotesi ma le analisi e i dati sono allarmanti. Tanto che una vera e propria icona del calcio e dello sport inglese, Alan Shearer, ha lanciato l'allarme e si è sottoposto ai test per il timore di doverne soffrire in età avanzata.
Una macchina da gol.. di testa
Di gol, nella sua lunga esperienza nel mondo del calcio inglese, Alan Shearer ne ha siglati tanti: tra nazionale e club più di 330 ed il gioco aereo è stato da sempre uno dei suoi cavalli di battaglia nelle aree di rigore avversarie dove imperversava grazie ad una forza fisica impressionante. E oggi, che Alan Shearer si è ritirato dal calcio giocato per intraprendere la carriera di allenatore, il suo colpo migliore potrebbe trasformarsi nel suo più grande nemico.
L'impatto col pallone e la demenza
Davanti ai dati e alle ricerche effettuate, Shearer ha deciso di affrontare il problema ancora una volta da campione, espinendosi in prima persona contro un avversario, questa volta, invisibile. L'ex campione inglese si è sottoposto ad alcuni test per capire la percentuale di rischio di sviluppare nel tempo una encefalopatia, che può sfociare in demenza e perdita di memoria. Un rischio realistico perché secondo Shearer l’impatto violento col pallone può causare lesioni cerebrali che a medio-lungo termine possono dare origine ad alcune patologie mentali.
Test clinici e un documentario
Shearer, dunque, sta continuando ad investigare sulla questione attraverso un documentario che verrà diffuso dalla BBC e in collaborazione con le autorità mediche inglesi. Al momento non esiste alcuna prova scientifica ma i numeri allarmanti (almeno 370 casi di ex giocatori affetti da demenza) non possono essere considerati un caso. "Per ogni gol fatto di testa ho colpito altri 1000 palloni in allenamento. Se fosse vero, sono un soggetto a rischio e non voglio che il problema venga taciuto. Non ho mai collegato le due cose ma pretendo che si smetta di pensare che una volta che un atleta finisce di giocare, può essere scaricato e lasciato solo".