Serie B, il Catania aspetta il verdetto ma rischia di non essere ripescato: ecco perché

Lo chiamano il campionato degli italiani, ma quello del 2018/19 rischia invece di passare alla storia come il torneo delle polemiche e dei ripescaggi. Ad attendere la decisione del Collegio di Garanzia del Coni, che ha il difficile compito di valutare ed eventualmente riportare il format del campionato di B da 19 a 22 squadre, c'è anche il Catania del presidente Davide Franco: già balzato agli onori delle cronache per aver denunciato il commissario straordinario della Figc Fabbricini con l’accusa di abuso d’ufficio.
Il verdetto relativo al club siciliano, potrebbe però essere comunque negativo. Sulla testa della società rossoazzurra pende infatti una sanzione per illecito sportivo comminata nella stagione 2016/17 per la famosa inchiesta "Treni del gol" e relativa al presunto acquisto di partite per salvare il Catania dalla retrocessione dalla Serie B: una condanna che ai siciliani potrebbe costare il ripescaggio.

La spada di Damocle del comma D3
Sono infatti due le gare di quel campionato per le quali il Catania dell'ex patron Pulvirenti potrebbe pagare con il mancato ripescaggio: quella con il Bologna, per la quale c'è l'accusa di "tentato illecito", e quella con il Brescia: catalogata sotto la voce di "slealtà sportiva". Una situazione davvero difficile che rischia, a causa del famoso comma D3 del regolamento, di vanificare ogni richiesta di ammissione all'attuale torneo cadetto.
"Sono fiducioso, il rinvio della sentenza ripescaggi mi auguro faccia riflettere il Palazzo e si approdi a una decisione secondo la legge – ha dichiarato nei giorni scorsi l'amministratore delegato Lo Monaco, in un'intervista concessa al "Giornale di Sicilia" – La denuncia a Fabbricini? Giusto che ci si avvalga della legge e sappiate che non ci fermeremo, andremo fino in fondo chiedendo giustizia per noi, per la città e per i tifosi".