Serie B fucina di talenti: ecco quelli che potremmo vedere in A il prossimo anno
Fucina di talenti, laboratorio privilegiato del calcio italiano, anticamera del successo, della fama e dei milioni della Serie A. La Cadetteria, da slogan, “il campionato degli italiani”, è anche questo. Un mondo dove i giovani possono crescere – non certo senza pressioni – sbagliare, farsi le ossa per poi spiccare il volo verso altri lidi e più competitivi palcoscenici. Un campionato complicato, non immune da enormi problemi extra calcistici e che anche quest’anno sta per andare in archivio: per alcuni, direzione massima serie, diritti tv milionari, gloria e trasferte a ‘San Siro’, ‘Olimpico’, ‘Allianz Stadium’ o ‘San Paolo’, per altri verso l’inferno (fra mille virgolette) della C.
Per alcuni calciatori, invece, questa annata potrebbe esser ricordata come quella decisiva per le loro carriere con le esperienze maturate in questa stagione vitali per la loro crescita e per il loro futuro. Un futuro roseo partito da lontano e cominciato proprio dalla B 2018/19. E così, dalle movenze alla Lilian Thuram di Gravillon, alla classe del trequartista della Cremonese Castrovilli fino ai gol di Moncini e alle sgroppate di Okereke, ecco i talenti che potrebbero arrivare in A il prossimo anno.
Montipò e Vicario, fra i migliori in porta
L’uno si gioca la Serie A col suo Benevento, l’altro la permanenza in B col suo Venezia. Parliamo dei giovani estremi difensori Montipò e Vicario capaci, rispettivamente a 23 e 22 anni, di guidare i pacchetti arretrati di questi due club con grande sicurezza, affidabilità e personalità. Il primo rimediando pure 8 clean sheet, il secondo, la fiducia dell’ex tecnico Zenga, che di portieri se ne intende, che gli ha dato una maglia da titolare sin dal suo avvento in riva alla Laguna. Ma il futuro è loro e la Serie A potrebbe non essere così lontana.
Montipò, infatti, dopo la delusione della retrocessione col Novara dello scorso anno potrebbe conquistarla sul campo nei prossimi Playoff di Cadetteria, Vicario, invece, potrebbe strappare un qualche contratto in massima serie, magari non da n.1, raggiungendo chissà un suo vecchio compagno di allenamento all’Udinese: quell’Alex Meret, ora, portiere titolare del Napoli. Insomma, loro, questa stagione, hanno saputo affrontarla al meglio ritagliandosi nei rispettivi contesti un ruolo da assoluti protagonisti con guizzi felini, parate plastiche, respinte e interventi importanti. In una B che non si affida troppo agli Under 23: appena quattro su 25 estremi difensori scesi in campo.
Gravillon sulle orme di Thuram. L’Inter nel passato, ma anche nel futuro
In difesa, invece, occhio a Andrew Gravillon che nel suo Pescara ha messo insieme la prima, vera stagione da baby fenomeno. Nato in Guadalupa a Pointe-à-Pitre nella città natale di Lilian Thuram, a cui somiglia non poco in mezzo al campo, dopo le esperienze con la Primavera dell’Inter e le appena 2 partite in Serie A col Benevento, infatti, è riuscito a trovare continuità in Abruzzo sistemandosi sempre al centro della difesa, in tandem con Perrotta o più spesso con Campagnaro. Che, da vecchio lupo di mare del campo, lo ha aiutato nella sua crescita consentendogli di macinare minuti, esperienza e gioco durante tutto il campionato dei biancoazzurri.
Ventinove gare, 2 gol e le stimmate del campione con l’Inter, a gennaio, a versare nelle casse del Benevento, proprietario del cartellino del ragazzo, 7.5 milioni di euro per riaccoglierlo alla base. Un investimento importante ma assolutamente in linea con le qualità del ragazzo in grado, a dispetto di un fisico statuario da quasi 190 cm, di mettere a segno recuperi e tackle lampo con dei quadricipiti davvero mostruosi. Gioca d’anticipo, si impone col fisico è bravo anche nelle diagonali ed esprime tutta la sua modernità non solo con la sua versatilità nel pacchetto arretrato, indifferentemente terzino destro, centrale in una difesa a due o a quattro, ma anche palla al piede con gli abruzzesi che si affidano a lui, in fase di costruzione, per far partire la propria manovra.
Unico neo? Una certa irruenza negli interventi che, spesso, in area come al limite dei 16 metri, provocano danni per la propria squadra. Ne sentiremo parlare, forse, già il prossimo anno in una qualche neo-promossa o perché no, nel Pescara vittorioso nei Playoff.
I fratelli di Tonali: Maggiore e Castrovilli
Tutti parlano un gran bene di Sandro Tonali, mix fra Pirlo e Verratti e futuro del calcio italiano. Ma la Serie B, quest’anno, ha messo in luce anche altri talenti perfettamente in grado di mettersi in scia al bresciano e guadagnarsi, pur senza le sue doti, un posto al sole nel prossimo torneo di Serie A.
Ci riferiamo a Giulio Maggiore dello Spezia, cercato dalla Fiorentina e con un passato nelle giovanili del Milan, bravo a interpretare entrambe le fasi di gioco e a inserirsi con estrema precisione e puntualità. Carattere, professionista serio, tra l’altro ha rinunciato al mondiale Under 20 del 2017 per fare al meglio l’esame di maturità, ed un ottimo destro con 4 gol in 21 gare totali in Liguria, a completare il pacchetto. Da Firenze a Firenze il passo è breve.
Già perché i toscani sono intenzionati a prelevare Maggiore ma anche ad accogliere alla base il baby Castrovilli dopo due anni di prestito alla Cremonese in B, 56 partite con 8 assist e 6 gol totali. E, pure, tanti minuti giocati e una palestra di vita che lo ha reso più forte nei duelli fisici, più poliedrico sul rettangolo verde ereditando una certa capacità a saper interpretare più posizioni: trequartista, come da origini, esterno alto a tre o a quattro e mezzala. Insomma, un talento buono per il progetto giovani della Fiorentina del nuovo corso montelliano, un #10 di rara qualità.
Moncini, Vido e Okereke: tanti profili buoni per la Serie A
Davanti c’è davvero l’imbarazzo della scelta con almeno tre giovanissimi pronti a esplodere e fare bene anche nella massima serie. Talenti del calibro di Moncini, speranza anche per l’Under 21 di Di Biagio in vista del prossimo europeo di categoria, Vido, lui pure nel novero dei convocabili e Okereke, ennesima stellina pescata dal presidente dello Spezia Volpi. Che, con la sua Accademia di calcio fondata ad Abuja in Nigeria, sta allevando giocatori niente male, vedi i vari Nura, Okwonkwo o Sadiq. Tre giocatori che hanno messo insieme qualcosa come 30 reti e 17 assist in tre e che hanno aiutato Cittadella, Perugia e Spezia nel corso di questa difficile annata.
Quella, però della loro epifania nel calcio che conta con questo terzetto, lì, in attacco, molto ma molto forte. E tutti, come detto, hanno chance di salire di categoria. Moncini magari col suo Cittadella nel corso di questi Playoff e quindi riabbracciando una categoria solo parzialmente assaggiata nella sua prima parte di annata in forza alla Spal, Vido, magari facendo ritorno a Bergamo in una Atalanta bisognosa di risorse col possibile impegno Champions in calendario e Okereke, segnalato come il nuovo Kouame, fra Juventus e Fiorentina prima, chissà, di qualche utile prestito in una qualche neopromossa.
Col primo da punta implacabile lì davanti, 12 gol in 16 partite, il secondo a far bene sia da seconda che da prima punta, e il terzo a sprigionare tutta la sua forza e dinamismo, oltre ad un bel destro, sia da attaccante centrale che da esterno.