Serie A, Vecino e la doppietta di Icardi castigano una Roma sfortunata
La Roma si illude per un'ora. Tre pali, un rigore negato, tante occasioni e un gioco fluido però non bastano. La serata del 50mo gol in giallorosso di Dzeko si trasforma nello show di Icardi, che in dieci minuti completa la seconda doppietta consecutiva e regala a Spalletti il riscatto alla prima da avversario dopo la conclusione polemica del secondo percorso in giallorosso. Bastano venti palloni toccati e cinque tiri all'argentino, sempre lucidissimo nell'uscire dalla marcatura, per spaccare la partita. Vecino, con la Roma scorata, completa il 3-1 e si rivela squadra più solida e con un'identità di gioco già più formata.
Inter, centrale l'asse Skriniar-Borja Valero
Di Francesco rinuncia all'idea di spostare a destra Manolas, e opta per una linea più logica con Juan Jesus terzino e il greco da centrale. Parte forte l'Inter con Borja Valero, decisivo il duello individuale in quella zona con De Rossi, a pressare subito molto alto. Il capitano protesta invano per una trattenuta, però lievissima, di Gagliardini su Fazio che non arriva a deviare sul primo palo su un corner al 4′.
La Roma, al contrario dell'Inter, si abbassa tutta sotto la linea della palla in fase di non possesso. Kolarov, con Perotti che taglia più verso il centro, è stretto in inferiorità in avvio col movimento rapido di Candreva e le sovrapposizioni di D'Ambrosio. L'ex Lazio e City stringe la diagonale sui ribaltamenti, in affanno perché Perotti non va a chiudere in anticipo su D'Ambrosio. Centrale nella manovra nerazzurra l'asse verticale fra Skriniar, chiamato ad avviare l'azione e superare la prima linea di pressing, e Borja Valero, che cuce l'azione grazie agli scambi di posizione con Vecino.
Dzeko fa 50
Tremano i giallorossi sul doppio tocco ravvicinato di Icardi, che anticipa l'incerta uscita di Alisson. L'Inter velocizza, la Roma vorrebbe rallentare, pensare di più. Sui calci da fermo, comunque, la Roma ha un'arma in più, la presenza di Kolarov che si mantiene fuori dall'area per raccogliere le seconde palle. Il mancino sporco che rimbalza sul palo al 14′ rappresenta il primo squillo, l'avvisaglia di un cambio di rotta concretizzato due minuti dopo. Lo schema è da Roma spallettiana, filtrante morbido di Nainggolan alle spalle della difesa, stop in area, controllo freddo e destro al volo di Dzeko, che festeggia i 50 gol in maglia giallorossa. Troppo larga, però, la chiusura di Skriniar, poco reattivo D'Ambrosio nello spezzare la diagonale difensiva sul cambio di gioco.
Nainggolan, che occasione
Il bosniaco costringe Handanovic a una parata non facile alla mezz'ora, ma quando l'Inter non riesce a pressare alta e compatta i giallorossi trovano modo di sfruttare l'ampiezza e gli inserimenti fra le linee di Nainggolan, favorito dall'accentramento di Defrel.
E' proprio il belga, che ha dato l'addio alla nazionale in polemica con la convocazione di Tielemans e Witsel, a scuotere il palo per la seconda volta prima dell'intervallo. L'Inter, più lenta e prevedibile a proporsi nel finale di tempo contro una Roma che comunque quando si abbassa concede qualche possibilità alla squadra di Spalletti di inserirsi e verticalizzare, si scuote solo sul destro di Icardi neutralizzato dalla prima vera parata di Alisson.
Perotti, sul terzo palo la Roma si spegne
La differenza nell'impostazione è chiara nel primo tempo. La Roma insiste sugli esterni, soprattutto sulla catena Kolarov-Perotti, i due giocatoriche toccano più palloni nella formazione di Di Francesco. L'Inter tende a gestire più per vie centrali, coinvolgendo soprattutto Skriniar e Vecino. Gagliardini, a dispetto dei 41 palloni toccati, incide poco e Spalletti all'intervallo lo toglie per Joao Mario. In questo modo Borja Valero abbassa il suo raggio d'azione e diventa compiutamente per Spalletti quel che rappresentava Pizarro nella sua prima era all'Olimpico.
Nainggolan, Perotti e Strootman continuano a illuminare la scena, in una Roma più consapevole e brillante rispetto alla versione operaia e modesta vista a Bergamo. La linea difensiva rimane alta anche sulle palle scoperte, gli automatismi via via si interiorizzano ma De Rossi, su assist ancora di Kolarov, colpisce male.
Perotti protesta per una spinta evidente in area di Skriniar: il rigore c'è ma non viene chiamato il VAR. Spalletti manda in campo il brasiliano Dalbert, l'ex Nizza votato miglior terzino dell'ultima Ligue 1, cresciuto cresciuto nelle giovanili di Flamengo e Fluminense poi esploso al Vitoria Guimarares. E' un terzino di spinta e di corsa, un po' a disagio però in fase di copertura, in campo per dare maggior supporto a Perisic e mettere in inferiorità numerica Juan Jesus.
La doppietta di Icardi
Perotti illumina la serata dell'Olimpico e al 65′ disegna un destro a giro splendido da oltre venti metri, frustrato dal terzo palo nella bella e sfortunata serata giallorossa. Serata che si fa amara due minuti dopo. Il lancio sbagliato di Juan Jesus, intercettato a metà campo consente a Candreva di verticalizzare per Icardi. Fazio, con la difesa sbilanciata, lascia la posizione e l'argentino può vedere la porta, Alisson sposta il corpo verso il centro e sguarnisce il primo palo: l'1-1 è servito.
La Roma reagisce. Di Francesco opta per El Shaarawy al posto di Defrel e il tocco sotto del neo-entrato è tanto elegante quanto debole, Dalbert salva quasi sulla linea. Poi Perotti fa sfumare un due contro uno in contropiede, con le coperture preventive nerazzurre saltate, con un filtrante troppo lungo per Nainggolan. Disunita, la Roma si rivela però troppo fragile. L'uno contro uno di Perisic è devastante, la difesa giallorossa si abbassa, Icardi controlla in area e stampa la diciassettesima marcatura multipla in Serie A.
Dzeko insiste, con generosità un po' appannata, e appoggia dietro a 8′ dalla fine per Nainggolan che vorrebbe spaccare la porta ma conclude alto appena dentro l'area. Poi Vecino, due tiri e un gol, completa la grande festa nerazzurra.
Troppi, alla fine, i 24 palloni persi dalla squadra di Di Francesco, che si allunga inevitabilmente nel finale. Nonostante i cinque tiri in più, 17 a 12, i giallorossi pagano le fragilità nella fase di copertura emerse non appena la squadra ha perso le giuste distanze fra le linee. A punteggio pieno dopo due giornate, invece, l'Inter convince. Spalletti ha pienamente recuperato Perisic, trovato il modo di valorizzare Joao Mario, che ha cambiato la partita col suo ingresso dalla panchina, e si conferma letale nel ribaltare l'azione dalla difesa. I comandamenti del calcio spallettiano ci sono già tutti. La sfida alle grandi è lanciata.