Serie A, pagellone 27a giornata: la Roma riparte, Milan e Inter all’esame derby
I verdetti non sono ancora arrivati ma la classifica comincia a parlare chiaro. La 27esima giornata di Serie A ha infatti messo a nudo alcuni aspetti di questo campionato che oramai sono più che scontati. Lo scudetto della Juventus, ad esempio, è solo una formalità, questioni matematiche e di tempo e la squadra di Allegri conquisterà l’ottavo tricolore consecutivo. Nel 4-1 sull’Udinese che ha scatenato il baby Kean, a fare la differenza è stato più che altro il pareggio del Napoli sul campo del Sassuolo che permette ai bianconeri di staccare gli azzurri con un pesante +18 in classifica. Dal Milan in giù è bagarre Europa. I rossoneri consolidano il terzo posto grazie alla vittoria sul fanalino di coda Chievo e lasciano aperti i discorsi per la qualificazione alla prossima Champions al derby contro l’Inter che sa di spareggio. Per i nerazzurri, i tre punti con la Spal, servono per far crescere l’adrenalina ai tifosi attorno a questo fondamentale match. Passo in avanti anche dell’Atalanta che fa suo l’altro spareggio Europa contro la Samp mentre sorprende ancora il Torino che può sognare anche la Champions. Punti pesanti in chiave salvezza per il Bologna. Ecco il pagellone di questo 27esimo turno di Serie A che nel ‘Monday night’ ha visto la nuova Roma di Ranieri risorgere contro l'Empoli.
Promosse
Juventus, lo scudetto è conquistato da un pezzo
Non ci volevano di certo i tre punti per certificare ulteriormente la leadership della Juventus in questo campionato, ma sicuramente il 4-1 sull’Udinese, oltre a mettere in luce Kean, ha permesso alla squadra di Allegri di guadagnare 18 punti di vantaggio in classifica sul Napoli e arrivare così alla sfida di domani contro l’Atletico Madrid con un atteggiamento diverso.
Non era di certo una gara in cui il gioco avrebbe fatto capire qualcosa in più in vista del ritorno degli ottavi contro Simeone, ma era l’atteggiamento quello che contava. E Allegri vorrà sicuramente vedere all’Allianz Stadium ‘undici Kean’ che con fame, grinta e determinazione, dovranno guidare i campioni d’Italia a un’impresa che alla vigilia appare quasi impossibile.
La marcia del Milan non si ferma più
‘Non dimentichiamoci che lì l’Inter c’ha pareggiato’. Così Gattuso aveva gasato il suo Milan in vista della trasferta sul campo del Chievo. La vittoria per 2-1 al Bentegodi, oltre a vedere tornare al gol Piatek, ha consentito a Gattuso di ritrovare di nuovo i colpi di Biglia fondamentali per la corsa verso la Champions che domenica prossima farà tappa a San Siro per il derby contro l’Inter.
Un autentico spareggio che in fatto di atteggiamento, oggi, vede i rossoneri leggermente avvantaggiati e con una voglia di conquistare questo traguardo che traspare da un gioco fluido e dalla determinazione di una squadra che sembra avere tutti i reparti coperti al meglio. Il merito va a ‘Ringhio’ che ora in 90 minuti, proprio nel derby, si gioca una buona fetta di stagione.
L’Inter tiene il passo
Già, perchè dall’altra parte dei Navigli, l’Inter non si è di certo fermata e contro la Spal aveva l’obbligo di prendersi tre punti e rimandare tutti i discorsi al derby di domenica prossima. Spalletti ha trovato in Politano e Gagliardini gli assi nella manica all’interno di una partita che contro Semplici non è mai facile.
A 50 punti e con una sola lunghezza di distanza dal terzo posto targato Milan, la febbre derby è già salita e in un San Siro che si prospetta stracolmo in tutti i settori, Spalletti si giocata tutto. Con ancora i dubbi attorno a Icardi, sarà con tutta probabilità affidato ancora a Lautaro il compito di trainare l’attacco nerazzurro che nel frattempo dovrà anche badare a portare avanti una qualificazione in Europa League che dopo lo 0-0 di Francoforte, è in bilico.
La Roma risorge con Ranieri
Non era tanto la difficoltà di affrontare una squadra come l‘Empoli, ma come, piuttosto, avrebbe reagito la squadra dopo la sconfitta nel derby contro la Lazio in campionato e soprattutto la batosta subita in Champions contro il Porto. Con Di Francesco mandato via e il conseguente addio anche di Monchi, è stato Ranieri, che chiamato per riportare la squadra in Champions e quindi dare un senso alla stagione, a chiamare a raccolta il pubblico giallorosso già contro l'Empoli.
All'Olimpico non c'erano molte persone, quanto bastavano però per vedere all'opera Patrik Schick capace di non far rimpiangere l'assenza di Dzeko per squalifica e trainare alla vittoria, neanche così in scioltezza, la sua Roma. E infatti il 2-1 dei giallorossi sull'Empoli, li proietta a 47 punti, a 3 punti dal quarto posto occupato dall'Inter, che potrebbe anche fermarsi nel derby. Da limare alcuni accorgimenti tattici in una squadra in cui pesavano le tante assenze tra infortuni e squalifiche con Florenzi che con il doppio giallo non ha reso le cose più semplici. Ma la cosa importante era ripartire.
Il Torino formato Europa è da…Champions
La grande paura e poi la gioia: il sogno Europa è sempre più vicino. C’ha pensato Belotti a far volare il Torino in classifica facendogli toccare quota 44 punti a sole 6 lunghezze dal quarto posto dell’Inter che vuol dire Champions. Ma per il momento Mazzarri vola basso e si accontenta di consolidare questa posizione per far tornare nuovamente i granata in Europa League.
Il 2-1 sul campo del Frosinone è stato tutt’altro che facile e infatti, dopo lo svantaggio, è stata proprio la doppietta del Gallo a rimettere in piedi una partita che si stava facendo complicata. La prossima gara contro il Bologna dell’ex Mihajlovic, a caccia di punti salvezza, sarà la prima delle 10 finali che dividono il Torino dal sogno europeo.
Colpo europeo dell’Atalanta contro la Samp
Ma se i granata sognano a occhi aperti, chi da qualche anno ormai non ci sorprende più per bellezza del gioco e continuità di risultati, è l’Atalanta di Gasperini. Vittoriosa anche sul campo della Sampdoria per 2-1. Un risultato che consente ai bergamaschi di volare a quota 44 punti in classifica proprio al pari dello stesso Torino.
Un gara segnata dal brutto episodio della presunta spinta di Gasp ai danni di uno dei dirigenti blucerchiati dopo il calcio di rigore assegnato dai padroni di casa e realizzato da Quagliarella, ma che non cancella l’ennesimo grande capolavoro stagionale di una squadra che diverte e fa divertire anche i giocatori in campo. A Marassi non era facile, ma eliminare un’altra pretendente all’Europa, era il primo obiettivo.
Rimandate
Fiorentina e Lazio: il pari non serve a nessuno
Ci aspettavamo grande spettacolo e invece non è stato così per tutti i 90 minuti, ma sta di fatto che a Fiorentina e Lazio, lo 0-0 non serve quasi a nulla in chiave classifica. Ma c’è da fare una premessa: queste due squadre sono entrambe in semifinale di Coppa Italia e non è detto che entrambe stiano pensando, guardando anche al folto numero di squadre in coda per un posto in Europa, che passare per il corridoio della competizione nazionale, che in caso di vittoria finale garantisce proprio il passaggio in Europa League, possa essere un ragionamento giusto.
Sta di fatto che al Franchi lo spettacolo è stato visto a sprazzi e i soli gol di Immobile e Muriel, hanno rappresentato gli unici momenti emozionanti. Con 37 punti per i toscani e 42 per i biancocelesti (che devono però recuperare una gara) ora è il momento di premere sull’acceleratore.
Bocciate
Napoli: il campionato non è più una priorità, ma così è brutto
Il cammino visto fino a questo momento in Europa League è più che dignitoso e il 3-0 casalingo sul Salisburgo nell’andata degli ottavi, ipoteca il passaggio del turno del Napoli. Ma Ancelotti (maestro nelle coppe) non si fida. E allora a Sassuolo ha mandato in campo una sorta di ‘Napoli B’ che però non è stato assolutamente all’altezza della partita.
I 19 punti di vantaggio della Juventus con cui è iniziata la gara del Mapei, sicuramente non hanno aiutato gli azzurri a giocare con la solita grinta che li contraddistingue e l’1-1 finale fa solo infuriare il popolo partenopeo. Lasciare il campionato è più che giusto, ma in questo modo, forse, fa un po’ male, specie a dieci giornata dalla fine. Senza idee, con un gioco poco convinto e soprattutto senza il piglio della grande squadra. Bocciato.