Sentenza Ibrahimovic, killer d’area che segna sempre all’esordio

Se fosse stato un personaggio dei film sul Western di Sergio Leone a Zlatan Ibrahimovic sarebbe toccato, di diritto, il ruolo di ‘sentenza' – Lee van Kleef – che ne ‘Il buono, il brutto, il cattivo' interpreta la parte di un killer, spietato e senza scrupoli, sullo sfondo della Guerra di Secessione americana. Già, perché lo svedese è così: una sentenza quando scende in campo, più ancora quand'è chiamato al debutto nelle squadre che lo scelgono per puntare alla vittoria del campionato.

A Manchester lo svedese ha già dato un saggio – semmai ce ne fosse stato bisogno – delle proprie capacità: prima ha steso il Leicester nella finalissima per la Community Shield (trofeo numero uno dell'era Mourinho) poi ha messo il proprio nome in calce al tabellino dei marcatori in Premier, stabilendo anche un nuovo record. A 34 anni non è mai troppo tardi per continuare a vincere e a stupire: sicché Ibra è diventato l'unico calciatore ad aver realizzato una rete sia all'esordio in Champions League sia in ognuno dei grandi campionati europei che lo hanno visto all'opera.

Nel 2002, una vita fa prima che la ‘z' di Zlatan divenisse il segno dell'Apocalisse per le difese avversarie, aveva 21 anni quando regalò ai ‘lancieri' doppietta e vittoria contro il Lione (2-1) nella massima competizione continentale. Nel 2004, tra le fila della Juventus, parte dalla panchina coi bianconeri in campo a Brescia. Che sacrilegio… e così lui fa capire a tutti che lasciarlo accomodato sulla seggiola è un delitto: entra e nel giro di una ventina di minuti fissa il risultato sul 3-0 dopo le reti di Nedved e Trezeguet. Ibrahimovic alimenta la fama di ‘killer d'area di rigore' anche a Barcellona: lì, nonostante un rapporto per nulla idilliaco con Guardiola, nella Liga (2009) ‘battezza' lo Sporting Gijon e spicca nel 3-0 finale. In francia non si smentisce: agosto 2012, al Lorient.