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“Sei un uomo”, calciatrice africana costretta a spogliarsi davanti ai dirigenti

E’ accaduto nel 2008, nella Coppa d’Africa femminile a Genoveva Añonma campionessa della Guinea Equatoriale quando – di fronte ad accuse e sospetti – fu obbligata a togliersi i vestiti di fronte i dirigenti della Caf, la Federazione africana di calcio.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' a tutti gli effetti un caso di pura e semplice discriminazione ciò che ha subito nel 2008 la calciatrice Genoveva Añonma, stella della Guinea Equatoriale che proprio in quella stagione trascinò la propria Nazionale alla storica vittoria nella Coppa d'Africa femminile segnando la rete decisiva in finale. E non c'entrano questa volta i tifosi avversari perché Genoveva Añonma ha subito l'umiliazione da parte della Federazione africana di calcio, la Caf che nei giorni successivi alla finale, davanti alle dicerie e ai sospetti nati attorno alla giocatrice, ha preteso che la stessa si spogliasse davanti alla Commissione a dimostrazione di essere una donna e non un uomo. Una rivelazione che arriva a distanza di anni e che giunge per stessa ammissione di Genoveva Añonma che ricorda la tremenda umiliazione da parte degli organi federali che avrebbero potuto verificare in ben altro modo, utilizzando – come in altre discipline e per altri atleti con i medesimi sospetti – attraverso analisi e prove mediche.

L'accusa e l'infamante affronto. Invece, la Caf si spinse laddove nessuno prima d'allora avesse mai osato: chiedere ad un'atleta di togliersi i vestiti per dimostrare la propri appartenenza al genere sessuale cui dichiarava di appartenere. Fugando dubbi e dicerie: "Mi è stato chiesto di togliermi i vestiti di fronte ai dirigenti. È stato umiliante, ma col tempo ho dovuto superarlo". Tutto perché quella donna capace di trascinare un'intera Nazionale verso la storia aveva destato polemiche, sospetti e invidie: "è un uomo" avevano sostenuto le società battute sul campo, spingendo la Caf all'affronto gratuito verso un'atleta che due anni dopo, nel 2010, ancora in Coppa d'Africa femminile, ancora con la Guinea finalista, verrà ancora vessata dai sospetti. Di chi non sapendo accettare la sconfitta in campo, si rifugia nella cattiveria  del sospetto e dell'umiliazione dell'avversario.

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