Se hai 20 anni e talento non andartene dall’Italia: il futuro Azzurro di Roberto Mancini
L’attuale campionato di Serie A ancora deve entrare nella fase calda, in quella cioè in cui si emetteranno i vari verdetti, ma uno di questi sembra averlo già emesso: le nuove leve azzurre fanno ben sperare per il futuro. L’esempio più lampante è arrivato proprio nella scorsa giornata del torneo che ha visto il match-clou Roma-Milan deciso da due “quasi millenials”, ossia dal trequartista romanista Nicolò Zaniolo, autore anche della rete del definitivo 1-1, e dal portiere rossonero Gianluigi Donnarumma che con le sue parate ha permesso ai meneghini di uscire imbattuti dall’Olimpico.
I due, già nel giro della Nazionale maggiore di Roberto Mancini, non solo potrebbero essere chiamati da Gigi Di Biagio per l’imminente Europeo Under 21 che si svolgerà in Italia nel giugno prossimo, ma addirittura per età potrebbero anche rientrare nel biennio successivo della selezione giovanile dato che entrambi sono due classe 1999. Ma i due non sono gli unici tra coloro che potrebbero giocare fino al 2021 con gli Azzurrini cioè nati dopo il primo gennaio 1998 ad aver già dimostrato di possedere grandi qualità oltre che infinite potenzialità facendo molti dei quali sono addirittura già riusciti a prendersi il posto da titolare nei club di appartenenza o comunque giocano con una buona continuità. Ecco quali sono quindi, ruolo per ruolo, i giovanissimi talenti italiani che fanno ben sperare per l’Italia che verrà.
Garanzia Donnarumma, promessa Plizzari: il futuro dell’Italia è in ottime mani
Per quanto riguarda i portieri il futuro dell’Italia sembra già essere in mani sicure dato che a dispetto dell’età (è un classe 1999) l’estremo difensore del Milan Gigio Donnarumma oltre al grande talento vanta già una grande esperienza a livello di prima squadra (quella di domenica contro il Cagliari sarà la presenza numero 150 in gare ufficiali con i rossoneri) grazie alla quale sembra essersi già assicurato il ruolo di erede di Gigi Buffon tra i pali della Nazionale (ad oggi 10 le apparizioni in azzurro) nonché l’unico under 23 presente nella lista dei dieci portieri con il più alto valore di mercato al mondo.
È sempre di proprietà del Milan Alessandro Plizzari, promettentissimo portiere azzurro classe 2000 che dopo l’esperienza in Serie B con la Ternana è rimasto in rossonero per crescere all’ombra dello stesso Donnarumma e dell’esperto Pepe Reina. Se a questi si aggiungono i “vecchi” Alex Meret del Napoli ed Emil Audero della Sampdoria, due classe ‘97 che hanno già fatto vedere ottime cose prima in Cadetteria e adesso anche nella massima serie, per il futuro della porta azzurra c’è di che ben sperare.
In difesa per ora solo Bastoni
L’unico reparto che preoccupa più di tutti è invece quello difensivo dato che tra i tanti giovani difensori azzurrabili di talento ancora nessuno è riuscito veramente a dimostrare a pieno tutte le proprie qualità ai massimi livelli. In questa prima parte di stagione quello che più degli altri ha dato qualche segnale importante è il classe ‘99 Alessandro Bastoni, centrale di proprietà dell’Inter ma in prestito al Parma dove si è pian piano guadagnato i gradi di titolare (13 presenze in questa Serie A per lui) facendo intravedere grandi potenzialità che al momento della piena maturazione calcistica potrebbero anche portarlo fino in Nazionale maggiore.
Fatta eccezione per il ragazzo cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta, nessun altro giovane difensore azzurrabile si è ancora imposto in questa stagione: promesse erano e promesse al momento sono rimaste sia il terzino del Sassuolo Claud Adjapong che il centrale dell’Atalanta Marco Vernier, entrambi classe ‘98 che avevano cominciato la stagione con tante aspettative ma entrambi frenati da brutti infortuni che ne hanno compromesso la loro crescita, ma anche il laterale classe ‘99 appena passato in prestito dalla Roma al Cagliari, Luca Pellegrini, nonché il centrale del 2000 Davide Bettella, anche lui di proprietà della Dea ma attualmente di stanza a Pescara dove però ancora attende il debutto con la prima squadra.
La situazione non migliora se si dà uno sguardo anche ai più “anziani” dato che tra i classe ‘97 soltanto Filippo Romagna del Cagliari e Fabio Depaoli del Chievo stanno trovando spazio tra i grandi in questa stagione, mentre bisogna arrivare a quelli nati nel 1996 per trovare due difensori che già si sono imposti nella nostra Serie A, ossia il terzino del Milan Davide Calabria e il centrale dell’Atalanta Gianluca Mancini.
Zaniolo, Tonali e non solo: mediana azzurra in rampa di lancio
Sono tanti invece i giovani talenti azzurrabili ad essersi già imposti nel panorama nazionale per quel che riguarda il reparto di centrocampo. Su tutti certamente i due baby già convocati da Roberto Mancini in Nazionale, cioè la mezzala/trequartista classe ‘99 della Roma Nicolò Zaniolo e il regista classe 2000 del Brescia Sandro Tonali, con il primo che dopo aver esordito a sorpresa in Champions League nientemeno che al Bernabeu contro il Real Madrid si è conquistato il posto da titolare nella formazione giallorossa scalando rapidamente le gerarchie di Eusebio Di Francesco, e il secondo, considerato da molti come l’erede di Andrea Pirlo, che invece ha preso in mano le redini della formazione bresciana nel campionato di Serie B nella corsa verso la promozione scatenando una vera e propria asta di mercato tra i top club del Bel Paese pronti ad investire molti soldi per accaparrarselo già dalla prossima stagione.
I due però non sono gli unici tra i centrocampisti “quasi millennials” italiani a far ben sperare per il futuro della nostra Nazionale. Dopo gli anni al Milan, al suo primo anno al Sassuolo sta facendo vedere cose importanti anche il classe ‘98 Manuel Locatelli impiegato fin qui da Roberto De Zerbi sia come regista che come mezzala in ben 17 gare stagionali dei neroverdi nelle quali ha messo a segno due reti e confezionato anche tre assist. Non si sono ancora imposti all’attenzione del grande pubblico ma in questo primo loro campionato di Serie B stanno lasciando intravedere grandi potenzialità anche i classe ‘99 Davide Frattesi (anche lui del Sassuolo ma in prestito all’Ascoli) e Filippo Melegoni (dell’Atalanta in prestito al Pescara) sui quali vi sono grandi aspettative per il futuro. Una situazione dunque molto positiva per quel che riguarda la futuribile mediana azzurra che si fa ancora più rosea se a questi si aggiungono anche i “vecchi” che ormai sono da un po’ nel giro della Nazionale maggiore come i classe ‘97 Nicolò Barella del Cagliari e Rolando Mandragora dell’Udinese, o il classe ‘96 Lorenzo Pellegrini della Roma.
In attacco Cutrone e Pinamonti tra i millenials e Chiesa
In attacco, a differenza di quanto accaduto negli ultimi anni, a proliferare sono i centravanti. Quello che più di tutti ha già dimostrato il proprio valore tra le punte che potranno far parte anche al biennio 2019/2021 dell’Under 21 azzurra è certamente il classe ‘98 Patrick Cutrone che con la maglia del Milan ha già collezionato 75 presenze tra campionato, Coppa Italia ed Europa League, nelle quali ha realizzato ben 27 reti e fornito 8 assist, mettendo spesso in grande difficoltà il proprio allenatore che pur di farlo giocare titolare ha variato più volte il modulo tattico della sua squadra.
Non è ancora ai livelli del collega milanista ma in questi ultimi turni di Serie A anche il classe ‘99 Andrea Pinamonti (di proprietà dell’Inter ma in prestito al Frosinone) sta lasciando vedere buoni numeri che hanno spinto il tecnico dei ciociari Marco Baroni a puntare su di lui per far coppia in avanti con Ciano. Poco spazio hanno trovato invece in questa stagione i due attaccanti nati nel nuovo millennio che restano comunque i più promettenti d’Italia, cioè il classe 2000 Moise Kean (76 minuti disputati e una rete nelle quattro presenze stagionali tra le fila della Juventus) e il classe 2001 Pietro Pellegri (79 minuti giocati e un gol realizzato nelle tre apparizioni stagionali con la maglia del Monaco). Sembra dunque che anche per il futuro del reparto avanzato, che tra i “vecchi” aveva visto esplodere soltanto il classe ‘97 Federico Chiesa, ci sia tanto di cui sperare.