Schiaffo all’Inter, il giudice sportivo: “Nessun provvedimento contro Pinilla”

Schiaffo all'Inter, l'ennesimo che arriva dal Palazzo dopo il polverone di sospetti e polemiche sollevate per l'incredibile serie di errori arbitrali che ha fatto sbottare il presidente nerazzurro. "Non credo alla buona fede", ha ammesso non più tardi di una decina di giorni fa. Perplessità alimentate anche dagli episodi accaduti nella trasferta di Trieste contro il Cagliari. A far gridare allo scandalo, questa volta, il rigore concesso a Pinilla: inesistente, considerato che lo stesso attaccante sardo aveva rivelato d'essersi buttato "appena ho sentito il tocco". Legittimo, invece, per il direttore di gara e per lo stesso giudice sportivo che non ha preso alcun provvedimento nei confronti del calciatore sardo, dopo l'azione che aveva portato al penalty.
La prova tv. Dalle immagini televisive per il giudice tra Silvestre e Pinilla c'è stato "un contatto di dubbia regolarità e di lieve entità, i cui effetti vennero accentuati dal Pinilla". Si tratta quindi di "una condotta censurabile, quindi, ma non riconducibile a quell'evidente simulazione sanzionabile dal codice di giustizia sportiva. Dall'esame della ripresa televisiva disponibile – spiega il giudice – può dedursi che effettivamente tra i due calciatori si verificò un contatto che interessò la gamba sinistra di entrambi, all'altezza del ginocchio. Un contatto di dubbia regolarità e di lieve entità, i cui effetti vennero accentuati dal Pinilla secondo un costume (rectius, malcostume), che annovera settimanalmente vari praticanti". Si tratta però di "una condotta censurabile, quindi, ma non riconducibile a quell'evidente simulazione sanzionabile ex artt. 35, n.1.3 e 19, n. 4 lettera a) CGS, in quanto la platealità della caduta al suolo del Pinilla era pur sempre correlata ad un contatto fisico con l'antagonista, i cui reali effetti sull'equilibrio dell'avversario in movimento non sono a posteriori valutabili con certezza, nell'esclusione di ogni ragionevole dubbio".
Multa alla Lazio. Il giudice sportivo ha inflitto una multa di 30mila euro per i cori razzisti dei tifosi biancocelesti e per lo striscione contro il presidente dell'Uefa, Michel Platini, esposto ieri durante la partita persa contro la Juventus. Come si legge nelle motivazioni, la Lazio è stata punita "per avere suoi sostenitori, al 28°, 30 e 32° del primo tempo e al 40° del secondo tempo, indirizzato ai calciatori della squadra avversaria, grida e cori costituenti espressioni di discriminazione razziale; per avere inoltre, nel corso della gara, indirizzato ripetutamente fasci di luce laser su valciatori della squadra avversaria; per avere infine, al 18° del secondo tempo, esposto uno striscione dal contenuto insultante nei confronti del Presidente dell'Uefa". Multe di 5mila euro alla Juventus e alla Roma.