Scandalo Mondiale: orologi d’oro e ville da sogno per corrompere l’ex segretario FIFA
L'ombra della corruzione sui Mondiali. E' quanto sta emergendo da una inchiesta attorno a presunti favoreggiamenti per l'acquisizione dei diritti televisivi da parte di beIN Sports, il canale che si è appaltato la trasmissione delle partite mondiali per le edizioni che vanno dal 2018 al 2030, in cui proprio la tv qatariota ha conquistato le esclusive. Coinvolti Nasser Al-Khelaifi e Jerome Valcke, presidente dell'emittente qatariota e dell'allora segretario FIFA.
Scandalo corruzione mondiale
Non poteva mancare lo scandalo, puntuale, in vista dei Mondiali. Corruzione, regali costosi, vantaggi personali. Tutto attorno alla gestione del massimo evento sportivo. Non per una edizione, bensì per quattro diversi appuntamenti dal prossimo, del 2018, al 2030. Con un'ipotesi di favoreggiamenti per garantire diritti esclusivi ad alcune emittenti, soprattutto beIN la televisione del Qatar. Le contestazioni sono state circoscritte a presunti regali ‘personalizzati'. Un orologio Cartier il cui valore è stimato fra i 10 mila e i 20 mila euro, consegnato a Doha nel 2015, e la messa a disposizione di una villa a Porto Cervo i capi di imputazioni più rilevanti.
Orologi e ville
Secondo "Le Parisien" che cita fonti interne alla magistratura svizzera, Nasser Al-Khelaifi avrebbe corrotto in questa maniera Jerome Valcke, all'epoca segretario generale della Fifa. I due sono indagati nell'ambito dell'acquisizione dei diritti televisivi dei Mondiali da parte dell'emittente qatariota beIN Sports, che fa capo al presidente e proprietario del Paris Saint Germain. La Villa Bianca di Porto Cervo, dal valore di sette milioni di euro, e' stata gia' messa sotto sequestro lo scorso 13 ottobre dalla Guardia di Finanza di Sassari.
Valcke e Khelaifi indagati
A Valcke è stato contestato di avere accettato indebiti vantaggi in relazione all'aggiudicazione dei diritti di trasmissione in alcuni Paesi dei Mondiali per gli anni 2018, 2022, 2026 e 2030, mentre Al Khelaifi è stato chiamato in causa dagli inquirenti per i diritti tv dei Mondiali del 2026 e 2030.
