video suggerito
video suggerito

Sarrismo è rivoluzione, per la Juve

Scegliendo come allenatore Maurizio Sarri, la Juventus volta pagina e mette da parte lo storico slogan: “Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”. Adesso dopo otto scudetti consecutivi, record assoluto, i bianconeri vogliono continuare a vincere ma desiderano farlo anche con un calcio spumeggiante. Così si può spiegare il cambio di Allegri con Sarri.
A cura di Alessio Morra
52 CONDIVISIONI

Maurizio Sarri è ufficialmente l’allenatore della Juventus. Questa soap opera durata un mese è finita. Al netto delle polemiche social, con i tifosi del Napoli che non sono teneri con il ‘vecchio Comandante’ e con quelli bianconeri che invece non digeriscono un allenatore che in passato spesso non è stato tenero con la Juve, si può dire che da oggi a tutti gli effetti si compie una grande rivoluzione. Cambia la Juventus, che volta pagina, chissà se in modo definitivo.

Vincere è l’unica cosa che conta

Dagli anni ’80 il motto bianconero è stato: “Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”. Una frase storica pronunciata dal presidente Boniperti. Frase che qualche anno fa è stata anche ricamata sulle maglie della Juventus e che in questi ultimi anni in cui la discussione sul gioco è stata fortissima è ritornata in auge. Proprio a causa della dicotomia tra il Sarri del Napoli e Allegri, che soprattutto nel corso della stagione 2017-2018 non se le sono mandate a dire.

Immagine

Lo spettacolo? C’è il circo

Due anni fa, forse perché infastidito dalle critiche al gioco della Juve e dagli elogi verso quello di Sarri, Allegri disse, in due motivi diversi, delle frasi chiare: “Se volete lo spettacolo andate al circo” e:Alla fine la gente si ricorda solo di chi vince, non di chi arriva secondo”. Insomma una versione evoluta del ‘vincere è l’unica cosa che conta'.

La rivoluzione della Juve, vuole vincere e fare spettacolo

Alla Juve vincere non basta più. Perché gli 8 scudetti consecutivi rappresentano già il ciclo più vincente di sempre in Italia (e nei cinque principali campionati europei), ma la vittoria in sé va accompagnata dal bel gioco. Quello che è stato il marchio di fabbrica Sarri, che pur non facendo parte di un circo e non vincendo nulla nel triennio partenopeo, ha lasciato una traccia molto profonda, come testimoniano i miglioramenti di una serie di giocatori al Napoli e al Chelsea, il record di Higuain e i gol a raffica di tanti calciatori, ma che ha prodotto anche il modo di descrivere una partita di calcio, perché tante volte chi segue il calcio ha sentito dire che un calciatore aveva fatto un taglio alla Callejon (tanto per fare un esempio), quando il Napoli (anche quello di Ancelotti) non era in campo. La Juve ha scelto Sarri anche per questo, oltre che per dare l’assalto alla Champions League. Vuole lasciare traccia non solo con le vittorie.

52 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views